Παρασκευή 28 Ιουλίου 2017

Tsipras-Varoufakis, volano gli stracci. "Yanis inadeguato", "Alexis incoerente"

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Mentre la Grecia prova a uscire dalla crisi, i due protagonisti dei negoziati si sfidano a mezzo stampa. Il premier ellenico: "Il mio errore? Nominare persone ai posti sbagliati, i piani di Varoufakis erano vaghi e inefficaci". L'ex ministro delle finanze: "Incoerente. Il piano per la moneta parallela era il piano del nostro governo". E il "radicale" Lafazanis riparla del soccorso russo e venezuelano...

di ETTORE LIVINI

MILANO - La Grecia prova a uscire dalla crisi ma tra i due grandi protagonisti dell'ultimo pezzo del cammino del paese - Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis - volano gli stracci. Il fuoco covava sotto la cenere da tempo: l'ex ministro delle Finanze non ha mai digerito il siluramento e l'ok del premier all'austerity dopo al vittoria del "no" al referendum del 2015 contro le misure lacrime e sangue imposte dalla Troika. Tsipras ha subito per mesi senza fiatare il cannoneggiamento dell'ex collega contro le scelte dell'esecutivo. E ora che sta raccogliendo i primi timidi risultati della sua scelta, ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

A dar fuoco alle polveri di questa guerra ideologica e di ego è stata l'intervista del primo ministro a The Guardian: "Negli ultimi anni ho fatto molti errori"; ha ammesso confidandosi con il quotidiiano inglese. Quali? Il principale "è stato nominare certe persone in posti chiave". Visto che l'unica persona che non sta piu al suo fianco oggi è Varoufakis, chiudere il sillogismo è stato semplice: "Yanis andava bene quando si trattava di andare in collisione con la Ue - ha aggiunto sibillino Tsipras -. Ma il suo piano B preprato per il post referendum con la moneta parallela era così vago che non l'abbiamo nemmeno discusso. Era semplicemente fragile e inefficace".

Apriti cielo. Varoufakis, impegnato in queste ore in una campagna per il lancio del suo nuovo libro, ha trasformato l'affondo in un trampolino mediatico, rispondendo per le rime. "Alexis è incoerente - ha detto - Quel piano lo conosceva perchè gliel'ho presentato prima delle elezioni del 2015 e faceva parte del programma del governo". Come dire che è stato il suo ex sodale a fare marcia indietro all'ultimo momento tradendo il volere degli elettori al referendum e legando mani e piedi la Grecia all'austerità. Poi, tanto per mettere benzina sul fuoco, ha etichettato come un fallimento il ritorno di Atene sul mercato dei titoli di stato, uno dei fiori all'occhiello del premier nella campagna per convincere i suoi concittadini che la crisi è alle spalle. "E' solo il primo passo verso il nuovo dramma che aspetta la nazione - ha commentato toccandola piano - Tsipras ha fatto esattamente quello che aveva fatto il suo predecessore nel 2014". Tradotto: ha copiato il premier di centrodestra Antonis Samaras che ha emesso un bond gonfiandosi il petto appena prima che la situazione tracollasse.

"Yanis sta riscrivendo la storia a modo suo", ha provato a minimizzare Tsipras. Non è il solo. Panagiotis Lafazanis, un altro dei protagonisti di quella caldissima estate 2015 - allora ministro all'Energia e leader dell'ala radicale di Syriza e oggi segretario dei fuoriusciti di Alleanza Popolare - è uscito in queste ore allo scoperto raccontando che in quei giorni aveva contrattato un prestito miliardario dalla Russia come anticipo sula costruzione di un gasdotto in Grecia e la fornitura di petrolio venezuelano per poter portare Atene fuori dall'euro. I suoi piani, secondo le cronache, prevedevano pure un assalto alla zecca e la nazionalizzazione della Banca di Grecia e del suo oro. L'opposizione di centrodestra di Nea Demokratia, viste le novità emerse su quei convulsi avvenimenti di due anni fa, ha chiesto un'indagine parlamentare. Ma il Parlamento ha respinto la richiesta.


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