Creta è una delle poche regioni greche che mantiene ancora viva una tradizione di musica popolare ricca e fiorente.
La storia ci ha tramandato informazioni sull’evoluzione della musica cretese da primi tempi del cristianesimo fino al periodo della dominazione veneziana, e questo fa presumere che le radici della tradizione musicale cretese affondino in un passato molto lontano: della dominazione ottomana, di quella veneziana, di Bisanzio, fino all’antichità classica.
Molte testimonianze in lingua greca antica, ma anche in latino, paiono attestare la tesi sostenuta dal professor Nikos Panagiotakis, compositore cretese e storico specializzato nel campo musicale, che la musica e la danza sono nati a Creta e che la tradizione musicale dei Cretesi ha influenzato molti altri popoli e culture.
Di fatto, con le sue varianti e le sue sfumature nel ritmo e nelle sonorità, la canzone popolare continua a costituire ancora oggi una delle forme più importanti di espressione artistica del popolo cretese, insieme alballo, al quale è imprescindibilmente legata.
Di fatto, con le sue varianti e le sue sfumature nel ritmo e nelle sonorità, la canzone popolare continua a costituire ancora oggi una delle forme più importanti di espressione artistica del popolo cretese, insieme alballo, al quale è imprescindibilmente legata.
La massima importanza per la tradizione musicale di Creta l’avrà la rima e l’evoluzione del suo uso attraverso le altre influenze letterarie e musicali. Creativamente combinata con lo schema del versetto giambico, tra i metri greci più antichi, già usato da Aristofane, appare nella poesia popolare dell’isola verso la fine del 14° secolo dando vita alla “μαντινάδα” (mantinàda), la più importante forma di espressione artistica popolare tipica ed esclusiva di Creta.
La parola mantinada deriva dal veneziano matinada, “canto del mattino”; si tratta di versi in rima baciata, decapentesillabi e spesso antifonali, satirici o ispirati all’amore e ai suoi tormenti, solitamente improvvisati durante l’esecuzione di balli. La mantinada moderna ricorda ancora la poesia cretese in rima tipica del Rinascimento, in particolar modo i distici del poema epico Erotokritos.
La parola mantinada deriva dal veneziano matinada, “canto del mattino”; si tratta di versi in rima baciata, decapentesillabi e spesso antifonali, satirici o ispirati all’amore e ai suoi tormenti, solitamente improvvisati durante l’esecuzione di balli. La mantinada moderna ricorda ancora la poesia cretese in rima tipica del Rinascimento, in particolar modo i distici del poema epico Erotokritos.
Un ruolo determinante nell’evoluzione della musica cretese la ebbero i Franchi, i Genovesi ei Veneziani, che occuparono quasi tutto il Mar Egeo dopo le Crociate; e la venetocrazia, che fu uno dei periodi più importanti non solo per l’isola, ma anche per l’intero mondo ellenico. Queste genti portarono a Creta le loro forme musicali e poetiche in rima, le ballate, gli strumenti musicali, tra cui il violino che rivestirà un ruolo molto importante nella musica cretese delle epoche successive fino ai giorni nostri. Fu poi durante la venetocrazia che vennero isituite scuole di musica ecclesiastica non solo nelle chiese cattoliche ma anche in quelle ortodosse e, mentre la musica sacra si evolveva, di pari passo si sviluppava la musica popolare destinata ad accompagnare le processioni e le cerimonie nei cortili dei dogi e allietare le feste degli uomini. Tra i componimenti più consueti iniziarono a farsi spazio le novità dell’epoca, come i madrigali, malgrado arrivassero a Creta con un po’ di ritardo rispetto al resto dell’Europa. È in questo clima rinascimentale che nasce l’importante compositore cretese Fragiskos Leontaritis (1581-1672), mentre nello stesso secolo divengono noti a Creta molti altri nuovi compositori che non solo perpetuano ma anche contribuiscono al rinnovamento della musica ecclesiastica.
Persino quando, nel 1669, cade nelle mani dei turchi anche Heraklion, ed inizia la dominazione ottomana di Creta, la musica cretese continua a fiorire; in questa circostanza come in tante analoghe nella storia e nel resto del mondo, come se fosse ancor più motivata dalla schiavitù. Il canto diviene una dimostrazione della voglia di libertà, spesso si cantano le gesta degli eroi. È questa l’epoca in cui la lira inizia a consolidare il suo fondamentale ruolo nella musica cretese. Risalgono sempre al 17° secolo i più antichi manoscritti con testi e musica che sono stati ritrovati nei monasteri del Monte Athos, di Iberi e di Xeropotamou. Lo studio dei testi ha portato alla conclusione che molto probabilmente si tratta di canzoni originarie di Creta, appartenenti allo stile “ριζίτικο” (rizitico, la musica degli altopiani cretesi del centro-ovest), ancora oggi conosciute ed eseguite sull’isola, e molto probabilmente messe in forma scritta da un monaco di origini cretesi. Non ci si deve stupire della commistione di sacro e profano; una volta, non solo a Creta ma anche nelle altre isole greche, i sacerdoti curavano molto la loro voce ed erano degli ottimi cantanti oltre che conoscitori della musica, anche di canzoni popolari.
Le difficili condizioni di vita del popolo cretese durante il dominio ottomano, in ogni regione, hanno contribuito alla creazione di una grande varietà di melodie e canzoni che riguardavano i molti diversi aspetti della vita sociale e intellettuale; alcune nel tempo si sono diffuse su tutta l’isola, altre sono rimaste legate alla realtà e alla tradizione locale delle loro origini. Se i brani del rizitiko, ad esempio, sono ancora suonati, cantati e ballati in tutta la parte centro-orientale di Creta, in alcune altre zone sono più popolari altri stili: “συρτός” (syrtos), “μαλεβιζιώτης” (maleviziotis), “σούστα” (sousta) e “πεντοζάλης” (pentozalis), tra le melodie più conosciute e ancora più ballate.
Con la rivolta di Creta all’impero ottomano e la ritrovata libertà nella prima metà del 19° secolo, Creta vive una sorta di “orgasmo musicale”, mentre si creano e si eseguono liberamente canzoni legate alla tradizione cretese, si aprono le porte alle influenze musicali provenienti dal resto d’Europa e del mondo. Dopo l’occupazione tedesca poi, nella storia della musica cretese entrano due grandi nuove realtà: la radio e la discografia. Le prime incisioni di musica cretese, nonostante le carenze tecniche del tempo, conservano intatto lo stile dell’interpretazione, i suoni musicali e la specificità dell’epoca romantica.
In seguito alla riacquistata libertà dopo l’occupazione tedesca, i festeggiamenti di matrimoni, battesimi e feste in genere durano per giorni; un’esplosione di energia e gioia non più represse, con un ruolo protagonista della musica, dei suoni tradizionali che accompagnano le danze.
A Creta cominciano a fiorire i primi locali notturni dove ci si reca per divertirsi soprattutto ascoltando musica e canzoni eseguiti da artisti noti. Per ben trent’anni, dal 1950 al 1980, la musica cretese raggiunge il suo picco, non solo con artisti tradizionali ma anche con una nuova forma musicale che impone per la prima volta la voce di uno dei più grandi interpreti di origini cretesi, Nikos Xylouris, musicista e cantante nato ad Anogia. Xylouris e il compositore Yannis Markopoulos, anche lui cretese, di Heraklion e cresciuto a Ierapetra, troveranno notorietà lavorando ad Atene prima e facendosi poi conoscere a livello mondiale.
Per la prima volta la musica cretese si avvolge di una forma di consapevole cultura, cerca di assurgere ad un livello di arte che fino a quel momento aveva ignorato; esce dai modelli tradizionali più stretti e assume un valore a livello internazionale senza perdere le caratteristiche dell’intensa espressività cretese. Il successo di questi artisti supera i confini di Creta e si diffonde prima in tutta la Grecia e poi, con riconoscimenti, anche all’estero. La musica cretese e i suoi autori ed esecutori cominciano a diventare popolari grazie ai concerti che i più grandi rappresentanti tengono in tutto il mondo, incontrando il gusto e la curiosità del pubblico che è già entrato parzialmente in contatto con la cultura e i ritmi musicali di Creta attraverso il film del 1964 “Zorba il greco”, basato sul romanzo “Alexis Zorbas”, dello scrittore cretese Nikos Kazantzakis.
L’incremento del turismo a Creta, a partire dagli anni ’70, e il conseguente boom economico degli anni ’80 stravolgono ancora una volta nella storia l’isola e le sue tradizioni, gli usi e costumi, la lingua, e ovviamente anche la musica. Gli ultimi decenni del 1900 e i primi anni del 2000 sembrano essere avvolti da una confusione indistinta di influenze musicali di ogni tipo; provenienti dal vecchio e dal nuovo continente, come i turisti che arrivano sull’isola. Eppure, ancora oggi, nelle occasioni di festa, che siano saghe di paese o celebrazioni di matrimoni e battesimi, vecchi e giovani non mancheranno di intonare una vecchia canzone quando lo spirito del divertimento sarà al massimo. Anche al turista più “freddo” nel suo approccio con Creta potrà capitare di essere coinvolto in una danza dal ritmo antico, mentre i più desiderosi di conoscere la cultura dell’isola potranno trovare occasione di ascoltare i brani del passato reinterpretati da giovani cantanti e gruppi.
Tra i nuovi artisti che dedicano il loro lavoro alla scoperta delle radici della musica cretese e a far rivivere i ritmi e le melodie del passato con ispirazione nuova, il gruppo di musica etnica Χαΐνηδες (Chainides). Il gruppo musicale elabora la tradizione della musica cretese con amore e rispetto, considerandola come qualcosa di vivo, piuttosto che appartenente ad un passato perduto. Il successo di questo gruppo musicale, sulla scia dell’opera dei già citati Xylouris e Markopoulos, sta aprendo la strada ad altri giovani artisti nell’abbracciare la tradizione musicale cretese e tentare di arricchirla con nuovi elementi. Su YouTube, si possono ascoltare molte canzoni dei Chainides, per aiutarci a conoscere e amare la musica cretese.
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