Frutto degli scavi sistematici condotti negli ultimi 30 anni a Eleutherna dal Dipartimento di Archeologia dell'Università di Creta, sotto la direzione del professore Nikos Stampolidis, il museo ha aperto da 4 anni le sue porte al pubblico per esibire buona parte dei reperti rinvenuti nella zona.
Il sito di notevole interesse archeologico prende il nome da quello di Eleuthir, uno dei Cureti legati alla mitologia di Zeus cretese o dall’epiteto della dea Demetra “Eleftho”. Gli scavi sistematici hanno svelato i segreti lungamente nascosti di Eleutherna, restituendo i resti di un insediamento che presenta continuità di occupazione dal 3000 a.C. fino al 14 ° secolo d.C.. È importante sottolineare che a Eleftherna l'abitazione, la presenza e l'attività umana sono continuate senza interruzione dall'antico minoico fino all’epoca bizantina e post-bizantina ed anche fino ai nostri giorni.
Nel corso delle indagini archeologiche effettuate sono state portate alla luce le rovine di moltissime costruzioni di varie epoche: strade lastricate, case e ville, edifici pubblici e terme, serbatoi di acqua e cisterne, murature e terrazze, templi antichi e chiese, botteghe artigiane e forni, ma soppratutto la “necropoli dei guerrieri”, così come numerosi reperti di grande rilevanza.
La necropoli venuta alla luce in località “Orthi Petra” è un complesso funerario con pire funebri e sepolture in vaso che, secondo gli archeologhi, appartengono a guerrieri e personne a loro legate da vincoli di parentela. Le tombe ritrovate presentavano ricchi corredi e contenevano vasellame in ceramica, gioielli d'oro, suppellettili in bronzo, vaghi di collana ed altri oggetti. Nello stesso luogo si sono scoperti anche edifici funerari e frammenti di sculture tra le quali la parte inferiore di un torso di kòre e un rilievo con guerriero dell'VIII-VII secolo. Lo studio della necropoli ci consente di concludere che il periodo più importante nella storia della città sia piuttosto la prima età del ferro, associata con l'alba della civiltà greca e Omero, e in particolare gli anni dal 900 (fine del periodo protogeometrico) alla fine del 6 ° o agli inizi del 5 ° secolo a.C (età arcaica).
“Creta riposava finora su una gamba sola come una cicogna, vale a dire la civiltà minoica”, dice Stampolidis. “Eppure sappiamo che in Grecia ci sono decine –per non dire centinaia– di musei esponendo opere databili dalla preistoria al periodo bizantino. Invece non esiste da nessuna parte – e neanche a Creta– un museo ‘dell’alba della civiltà greca’ che coincide con il mondo di Omero. Attraverso le scoperte fatte a Eleutherna, le quali illustrano i versi e la realtà di Omero, si illuminano quei 'secoli bui'”.
Il nuovo museo, risultato di tanti anni di lavori, è il primo museo che è parte integrante di un parco archeologico sull’isola di Creta, e il quarto nel paese insieme ai musei di Olimpia, di Delfi e di Vergina. Si tratta di un edificio semplice, allestito tra il 2012 e il 2015, la cui costruzione è una vera pietra miliare per l’archeologia greca. Eretto ai piedi di Psiloritis, in perfetta armonia con il bellissimo paesaggio naturale che lo circonda, il museo è destinato ad ospitare i preziosi tesori rinvenuti a Eleutherna.
L'esposizione permanente occupa un’area di circa 2.000 metri quadri. Nelle sue tre sale successive si trovano oggetti di uso quotidiano e opere d'arte coprendo un arco temporale di oltre 4.000 anni.
La sala A (la più grande delle tre) comprende una selezione di reperti destinata alla presentazione al pubblico dell'evoluzione intertemporale della città in ogni settore della vita pubblica e privata. Sono esposti anche oggetti importati sia da altre città cretesi che da altre regioni tra cui l’Attica, il Peloponneso, le Cicladi, le isole del Mar Egeo orientale, l’Asia minore, Cipro, la Fenicia e l’Egitto.
La sala B è dedicata alla vita religiosa, il culto e i riti praticati a Eleftherna dalla prima età del ferro al periodo bizantino. Nella stessa sala viene presentato il “Monumento 4A”, un santuario/memoriale che è interpretato come un cenotafio e quindi sarebbe stato uno dei primi memoriali del soldato “sconosciuto” nel mondo. Qui è esposta inoltre la Kòre di Eleutherna, uno dei reperti più importanti della necropoli.
La terza sala è dedicata alla necropoli di Eleftherna. In realtà gli oggetti esposti nella sala C sono un’illustrazione concreta e tangibile del mondo omerico. Tra le usanze e tradizioni omeriche illustrate c’è anche il rito delle pire funerarie come descritto nel libro XXIII dell’Iliade (ραψωδία Ψ), nel quale Omero racconta il rogo di Patroclo e le cerimonie funebri.
Inoltre l’utilizzo di nuove tecnologie, video e animazioni contribuisce a una migliore comprensione dei vari reperti in esposizione, dei monumenti della città così come del quadro storico.
Il parco archeologico di Eleutherna è anche dotato di sentieri ben indicati da opportuni cartelli esplicativi, un ponte, posti a sedere all'aperto e un piccolo teatro all’aperto. Include anche un centro di ricerca e un centro di studi destinati a sostenere la ricerca scientifica sul sito.
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