Il premier
della Grecia, Kyriakos Mitsotakis, si è recato a Washington per incontrare il
Capo di Stato americano, Donald Trump.
Il vertice,
avvenuto martedì 7 gennaio, rivela il quotidiano ellenico Ekathimerini, è stato
l’occasione per rinnovare e rafforzare la cooperazione bilaterale tra Grecia e
Stati Uniti, sia dal punto di vista militare, sia commerciale.
Per quanto
riguarda l’ambito militare, Mitsotakis ha dichiarato che la Grecia è “molto
interessata” ad unirsi al programma di addestramento con gli F-35. In aggiunta,
ha sottolineato Ekathimerini, si colloca in tale ambito la richiesta di
sostegno avanzata da Mitsotakis a Trump in merito all’accordo sulla definizione
dei confini marittimi siglato tra Libia e Turchia lo scorso 27 novembre.
Nello
specifico, in tale data, il presidente del Consiglio presidenziale del governo
tripolino, Fayez Al-Sarraj, ed il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan,
avevano firmato alcuni memorandum d’intesa relativi alla cooperazione in
materia di sicurezza e al settore marittimo. A causare tensioni è il memorandum
siglato in ambito marittimo, il quale, sottolinea Reuters, definisce i confini
marittimi tra Libia e Turchia anche nei pressi dell’isola greca di Creta. Tale
isola, a detta di Ankara, non dispone di piattaforma continentale, ma solo di
acque territoriali, motivo per cui è stato possibile definire i confini delle
acque intorno a Creta. La Grecia, invece, da parte sua, considera l’accordo
siglato tra Libia e Turchia una “palese violazione del diritto internazionale”.
Per quanto
riguarda invece l’ambito commerciale, Ekathimerini riporta che Mitsotakis ha
chiesto il sostegno di Trump nel rivolgere un invito agli investitori e alle
aziende degli Stati Uniti a destinare parte del loro capitale in Grecia, Paese
nel quale il premier sta cercando di abbattere le tasse e modernizzare la
burocrazia. In linea con ciò, poco prima del vertice, alcuni funzionari
dell’Amministrazione Trump avevano evidenziato la trasformazione della Grecia
da Paese fonte di preoccupazione a fonte di opportunità, soluzioni e stabilità.
In tale
cornice si colloca anche la sigla dell’accordo con Cipro e Israele in merito
alla costruzione del gasdotto EastMed, il quale renderà la Grecia uno snodo
energetico regionale. Tale opportunità è stata sottolineata dagli Stati Uniti,
i quali si sono detti sostenitori del percorso che la Grecia sta affrontando in
tale direzione.
In vista
dell’incontro tra Trump e Mitsotakis, l’ambasciatore americano in Grecia,
Geoffrey Pyatt, aveva dichiarato, martedì 7 gennaio, che tale vertice giungeva
a sigla di un processo avviato con la trasformazione in legge della Legge sul
Mediterraneo Orientale, avvenuta per mano di Trump lo scorso 20 dicembre. Tale
misura confermava la presenza di interessi strategici e securitari degli Stati
Uniti nella regione del mediterraneo orientale.
In aggiunta,
poco prima del vertice con Trump, il ministro degli Affari Esteri della Grecia,
Nikos Dendias, aveva richiesto ad Ankara di sfruttare l’occasione di aprire un
dialogo con Atene per favorire una de-escalation della tensione tra i due
Paesi.
In merito
alla condotta di Ankara, Dendias aveva inoltre nuovamente condannato le
attività della Turchia nel Mediterraneo orientale e aveva riconosciuto di
godere del supporto di Unione Europea, Stati Uniti, Russia, Egitto, Israele e
di diversi Paesi del Golfo. Parallelamente, Dendias aveva criticato le azioni
di Ankara in Libia, le quali, secondo il ministro, sono frutto di una strategia
di “espansionismo senza senso” e rappresentano una fonte di preoccupazione
tanto per la Grecia quanto per l’UE, il Golfo, il Medio Oriente e il Nord
Africa.
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