Da Marco Santopadre.
Epaminondas Korkoneas, l'agente di polizia che il 6 dicembre del 2008 fermò la sua autopattuglia nel quartiere ateniese di Exarchia, scese, si avvicinò all'angolo tra via Tzavella e Messologiou, prese la mira e sparò a bruciapelo contro un gruppo di adolescenti con i quali aveva avuto in precedenza un alterco, uccidendo sul colpo il quindicenne Alexis Grigoropoulos, è da alcune ore di nuovo a piede libero.
Lunedì 29 luglio infatti, il tribunale d’appello di Lamìa (Grecia Centrale) ha trasformato l’ergastolo emesso al termine del processo di primo grado in una condanna a soli 13 anni di reclusione, ridotti ulteriormente a 11 grazie ad uno sconto di pena per buona condotta. Nel 2010, durante il processo, Korkoneas aveva sostenuto di non avere nulla di cui scusarsi...
L'altro poliziotto che accompagnava Korkoneas il giorno dell'omicidio, Vasilis Saraliotis, è stato completamente assolto, mentre in primo grado aveva ricevuto una condanna a 10 anni per complicità, pur avendo scontato solo un anno di reclusione. I giudici della Corte d'Appello di Lamia hanno stabilito che non c'erano prove sufficienti per dimostrare che era un complice dell'omicidio. Non risulta però che fece nulla per fermare il suo collega o per denunciarne le responsabilità dopo il crimine.
L'omicidio di Alexis Grigoropoulos scatenò un movimento semi-insurrezionale mai visto in Grecia dai tempi della lotta contro la dittatura dei colonnelli. Per molte settimane, tra il dicembre e il gennaio del 2008, centinaia di migliaia di persone, sopratutto giovani, scesero in strada scontrandosi con le forze dell'ordine, assediando sedi politiche e istituzionali ma anche carceri e stazioni di polizia, mentre vennero occupate quasi tutte le scuole superiori e le università del paese.
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