Τετάρτη 20 Φεβρουαρίου 2019

La tomba in fondo all’Egeo per 4000 italiani che rifiutarono il nazi-fascismo

La tomba in fondo all’Egeo per 4000 italiani che rifiutarono il nazi-fascismo 

La tomba in fondo all’Egeo per commemorare 4000 italiani che rifiutarono il nazi-fascismo.
Il 12 febbraio sono state ricordate le vittime, e tra queste molti veneti, che persero la vita nel naufragio del piroscafo Oria, nel 1944. A 75 anni dall’affondamento, Marco Polo System ha presenziato alla commemorazione in Grecia, nella costa ateniese, insieme a presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopoulos, l’ambasciatore italiano Efisio Luigi Marras, il vicegovernatore dell’Attica Petros Filippou, varie autorità locali e religiose e una delegazione di 45 familiari delle vittime. La cerimonia ha ricordato anche l’eccidio nazista di 17 giovani pastori greci. Un potente messaggio di unità mediterranea e dialogo per arginare paura e nuovi nazionalismi.

Il muro della memoria

Oria in greco significa limiti, e il verbo connesso, orizo, significa definire. Oria era anche il nome del piroscafo norvegese che il 12 febbraio 1944 s’inabissò, con più di 4000 soldati italiani prigionieri a bordo, lungo la costa orientale dell’Attica, tra la terraferma e l’isolotto di Patroclo, poche curve di terra rossa a picco sul mare prima di Capo Sounio dominato dal celebre tempio di Poseidone. Italiani da tutte le regioni, di città e di provincia, compongono il “muro della memoria”, elenco in continua evoluzione delle vittime identificate, curato dal tenace comitato spontaneo “Piroscafo Oria”, che raccoglie più di mille membri in tutta Italia e si occupa di ricerca di dati e di promozione di iniziative in memoria dei dispersi. 

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