Πέμπτη 14 Φεβρουαρίου 2019

Il greco antico, un bagaglio di sentimenti

“Cantami, o Diva, del Pelìde Achille

l’ira funesta che infiniti addusse

lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco

generose travolse alme d’eroi […]”.

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Eh già, i primi versi dell’Iliade sono solo alcuni di quelli che molti studenti, prevalentemente del Liceo Classico, hanno dovuto imparare a memoria e in lingua greca. Stessa sorte è toccata a tutti coloro che hanno scelto di seguire un corso di laurea in Lettere o in Filosofia.

Di Natascia Testa - 14 FEBBRAIO 2019 

Perché oggi il greco antico è sminuito? Quasi non viene considerato più. Il greco antico è sorprendente. Pensiamo, in primis, al fatto che possiede un modo diverso di considerare il tempo e il suo effetto sulla vita umana: non ci si chiede mai quando una cosa accade, ma come essa accade. Non esiste un aspetto per il futuro, perché non c’è, come nelle cose della vita quotidiana: c’è solo da viverle, da assaporarle in quel momento e non in un momento futuro. Ed è per via di questa ragione che, spesso, i verbi della lingua greca sembrano così complicati.

L’antica Grecia non era solo un potente e grande impero, ma anche una delle civiltà più avanzate del tempo. Fino al momento in cui l’impero romano aveva strappato la supremazia politica alla Grecia, la lingua greca non era solo la lingua ufficiale nelle province dell’Impero greco, ma era diventato il linguaggio universale che veniva utilizzato nel commercio e nell’ambito diplomatico. Le arti e le scienze sono nate e si sono sviluppate attraverso l’utilizzo della lingua greca: i primi testi di medicina, matematica, etica, storia nonché la prima enciclopedia sono giunti fino a noi in greco. Il mondo greco è la culla della filosofia e, ancora oggi, presso molte facoltà di filosofia, i testi vengono ancora studiati con il testo greco a fronte.

Nonostante sia inevitabile che il greco, ormai, appaia una lingua morta, è opportuno richiamare l’attenzione sulla sua fecondità. La lingua greca è feconda poiché è in grado di generare nuove parole: si pensi al vocabolo nostalgia, coniato nel Settecento, da un laureando medico, esso deriva da nostos (ritorno) e da algos (dolore), o ancora xenofobia, parola coniata nel Novecento che deriva da xenos (straniero) e da fobia (paura). Poiché dal greco possono esser create nuove parole, significa che esso è in grado di adattarsi alle epoche e, tutt’ora, vive.

Più parole si conoscono, migliore è la capacità di intendere sé e il mondo circostante e comunicare agli altri ciò che si prova. Si, il greco antico è un bagaglio di sentimenti.


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