Sovente definito un autore e un regista ‘geniale’, ‘visionario’,
‘imprevedibile’ per il suo stile insolito di scrittura e di messa in scena, con
La favorita (The Favourite) Lanthimos porta per la prima volta sullo schermo
una sceneggiatura altrui (basata su di una pièce radiofonica) e che per di più
racconta una storia situata in un universo molto distante da quelli esplorati
nelle opere realizzate dal greco in patria e oltreoceano, come nel caso della
coppia The Lobster (2015) e Il sacrificio del cervo sacro (2017).
Difatti, a
contendersi il ruolo di ‘favorita’ della Regina Anna d’Inghilterra sono due
donne (tra loro cugine) cresciute a cavallo tra XVII e XVIII secolo, la più
giovane delle quali (Emma Stone) è caduta in disgrazia a causa dei vizi del
padre e chiede soccorso alla seconda (Rachel Weisz), già ben maritata e da
lungo tempo al servizio di una Regina che non sa dire di no a ogni sua volontà:
sembrerebbe impari il confronto tra i due caratteri, tra la nuova arrivata
bionda e apparentemente remissiva e l’amica intima di sua maestà, bruna, e
abituata a dominare ogni aspetto della vita di corte al punto di svolgere anche
le funzioni di tesoriera del regno… ma si scatenerà una lotta senza esclusione
di colpi che ovviamente non può prescindere da un uso opportunistico del sesso.
Un film in costume, insomma, che si concede solo poche sequenze
davvero sopra le righe (il ballo a corte) e qualche marca d’autore nella scelta
di alcune ottiche o nell’imbastire un tappeto sonoro anomalo che dovrebbe
riprodurre i rumori del sistema di riscaldamento usato all’epoca. Per il resto,
seguendo un copione più tagliente e ricco di ‘wit’ di altre riproposizioni del
genere quali Marie Antoinette di Sofia Coppola, Lanthimos si limita a
rivisitare molti luoghi comuni sulla dissolutezza di cortigiani e cortigiane
reali con un tono di commedia nera molto meno lambiccato del solito.
Non è
comunque impossibile trovare un tratto di coerenza con i temi affrontati nei
suoi lungometraggi precedenti, compresi i primi Dogtooth (2009) e Alps (2011),
nel fatto che anche La favorita rappresenta un microcosmo fondato
sull’apparenza in cui ciascuno interpreta una parte diretta al raggiungimento
dei propri interessi personali: ma se tale ‘piccolo mondo’ invece che essere la
famiglia tradizionale o una società di attori che si sostituiscono a persone
morte per alleviare il lutto dei parenti (come nei due titoli su citati) è una
corte settecentesca, ciò non può destare particolare sorpresa.
Quel che
funziona meglio nel film sono quindi l’atmosfera avvolgente creata dal regista
filmando i decori sfarzosi del Palazzo reale (la residenza inglese di Hatfield
House), che si tramutano di notte in ambienti bui e claustrofobici, oltre che i
duetti feroci tra le due interpreti principali – una menzione speciale la merita
Rachel Weisz –, due caratteri femminili immersi in dinamiche di potere di cui
sono al contempo artefici e vittime; com’è vittima della sua fragilità la
regina Anna che convive con tanti conigli quanti figli morti (ben diciassette)
e vorrebbe soltanto essere amata.
Applicando
al cinema una tripartizione concepita dall’italianista Gianluigi Simonetti per
riferirsi alla letteratura contemporanea, vi sono opere di semplice consumo,
altre di nobile intrattenimento e poi quelle di più forti aspirazioni e sostanza.
La favorita rientra senz’altro nella categoria del ‘nobile intrattenimento’ e
se questo è riuscito a Lanthimos – a conti fatti – senza snaturarsi
eccessivamente, il regista greco è forse pronto a lavorare ancora a lungo
nell’industria cinematografica anglo-americana.
© CultFrame
08/2018 – 01/2019
TRAMA
Agli inizi
del Settecento, l’Inghilterra è impegnata in una lunga guerra con la Francia e
l’autorità della sovrana Anna Stuart, sofferente di gotta e succube della
cortigiana Lady Sarah, sembra traballare quando l’arrivo della giovane Abigail
scatena una competizione per conquistare l’ambita posizione di ‘favorita’ della
regina.
La Favorita
| Trailer Ufficiale:
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