Τρίτη 9 Οκτωβρίου 2018

Grecia: il processo ad Alba dorata

Manifestazione di Alba dorata  
 Manifestazione di Alba dorata - Wikipedia

È in corso in Grecia il maxi-processo nei confronti dei neo-nazisti di Alba dorata. Un caso che mette alla prova le capacità della società greca di rigettare le pulsioni di intolleranza e odio cresciute all'ombra della crisi economica

Elvira Krithari, Atene, 09/10/2018

All'alba del 18 settembre 2013, il partito neo-nazista greco Alba dorata, in linea con il proprio violento programma politico, ha inviato i suoi squadristi a Keratsini, distretto occidentale di Atene, per pugnalare al cuore il rapper e operaio Pavlos Fyssas, 34 anni. Fyssas è morto quella stessa notte, insieme a ogni illusione che la Grecia non sarebbe stata colpita dal montare dell'estrema destra in Europa.

L'omicidio del giovane, tuttavia, ha dato inizio ad un processo imponente, costituito di quattro casi distinti, ma interconnessi, con 69 imputati fra parlamentari e membri di Alba dorata, e due terabyte di documenti: un procedimento giudiziario iniziato il 20 aprile 2015 e tutt'ora in corso.

Il caso "Alba dorata" è stato definito il più grande processo al fascismo in Europa dopo Norimberga: riuscirà a frenare la legittimità che questa ideologia è riuscita a guadagnare all'interno della società greca?

Tradizione criminale

Alba dorata non ha scoperto la violenza il 18 settembre 2013. L'organizzazione si è fatta conoscere fin dai primi anni '90 con una lunga lista di atti di vandalismo, incendi, pestaggi, torture e tentati omicidi nello stile dello squadrismo mussoliniano (cfr. Psaras, D., The black book of Alba dorata; Documents on the History and Activity of a Nazi Group, Polis, 2012)

Lanciata come società segreta per la fomentazione ideologica nei primi anni '80, Alba dorata è diventata un partito politico nel 1993, quando ha colto l'opportunità di svolgere un ruolo più attivo nella sfera pubblica greca dopo l'esplosione della "questione macedone" e le successive massicce dimostrazioni nazionalistiche.

Gli attacchi di Alba dorata, per i quali raramente l'organizzazione ha rivendicato la propria responsabilità (anche quando i colpevoli erano suoi noti membri), hanno preso di mira tutti i “nemici” del neo-nazismo: attivisti di sinistra e anti-razzismo, rom e immigrati (specialmente albanesi, arrivati in Grecia dopo il crollo del regime comunista).

Nel 1998, ad esempio, lo studente greco Dimitris Kousouris, allora 24enne, sopravvisse ad un brutale attacco che lo lasciò gravemente ferito e in coma per un mese. Kousouris, oggi storico e professore all'Università di Vienna, ha testimoniato durante il processo per sottolineare la coerente strategia di violenza che l'organizzazione ha portato avanti negli anni.
  
Violenze e tentati omicidi sono continuati anche dopo l'ingresso di Alba dorata nel parlamento greco nel 2012. Nonostante le affermazioni della sua leadership secondo cui "essere parlamentari è una disgrazia", il nuovo status ha stimolato le attività violente, incluso l'omicidio, e non solo quello di Pavlos Fyssas.

Non molto tempo prima dell'assassinio del rapper, il pakistano Sahzat Luqman, 27 anni, è stato pugnalato a morte dai membri di Alba dorata mentre andava in bicicletta al mercato di strada dove lavorava a Petralona, all'alba del 13 gennaio 2013. Grazie a testimoni oculari, gli aggressori sono stati arrestati il giorno stesso: uno di loro si sentiva così al sicuro da portare ancora con sé il coltello insanguinato dell'aggressione.

Il processo a loro carico è stato il primo in Grecia a concludersi con una condanna che riconosceva le motivazioni razziste dell'omicidio. Tuttavia, l'arresto non ha posto fine ai 25 anni di storia criminale di Alba dorata.

Anche dopo l'assassinio di Pavlos Fyssas e il relativo processo, Alba dorata ha continuato con gli attacchi. L'avvocato della procura Eugenia Kouniaki è stata presa a pugni in faccia vicino al tribunale nel novembre 2017. Pochi giorni prima, un membro della Gioventù di SYRIZA, Vangelis Papamicahail, era stato picchiato mentre si recava ad un concerto in memoria di Pavlos Fyssas.

Aspetti chiave del processo Alba dorata

Sono passati tre anni e mezzo dall'inizio del processo e i 69 imputati non hanno ancora testimoniato in tribunale. Tuttavia, si ritiene che un verdetto potrebbe comunque essere emesso entro la fine del 2019. Secondo l'accusa il ritardo è stato causato da fattori imponderabili - come il lungo sciopero delle Associazioni degli avvocati nel 2016 - ma anche da impedimenti ingiustificati, come la decisione di non esentare i giudici impegnati da altri processi.
  
Nonostante quello ad Alba dorata sia un processo chiave per la recente storia politica europea, per non parlare di quella greca, pochi hanno una conoscenza completa dei casi coinvolti. Ecco un riassunto.

“Oggi le fighette comuniste prenderanno delle belle botte a Perama”. Così il deputato di Alba dorata Yannis Lagos in un messaggio a Yorgos Patelis, membro di alto rango dell'organizzazione e "leader” della cellula del distretto di Nikaia, spedito il 12 settembre 2013. Quella notte, a subire l'attacco furono dei sindacalisti del Partito comunista. Oltre 30 membri di Alba dorata riuscirono a ferire gravemente nove persone come parte di una strategia per stabilirsi nell'area. La zona di costruzione navale di Perama, dove è avvenuta l'aggressione, è un'area operaia in cui il sindacalismo è molto attivo.

“Vivi per miracolo”. Fin dalla sua fondazione, Alba dorata non ha smesso di dare la caccia agli immigrati: non fa eccezione il 12 giugno 2012. Quella notte, una squadraccia di 20-25 persone fece irruzione nella casa di quattro pescatori egiziani, che vennero brutalmente picchiati. Secondo l'avvocato dei quattro, Kostas Papadakis, l'attacco doveva essere mortale e i pescatori sono sopravvissuti per "pura fortuna". Uno degli aggressori avrebbe detto "andiamo, è morto", dopo di che la squadraccia ha abbandonato il piccolo appartamento nello stesso modo coordinato in cui aveva attaccato. Il movente razzista, la brutalità, l'organizzazione impeccabile e la coerenza tra intenzioni e azioni sono gli elementi principali di questo caso.

“Se oggi sono qui per testimoniare, è a causa di Pavlos”. Queste le parole usate in tribunale da Giorgos Douvlaris, un amico di Pavlos Fyssas, che era con lui la notte dell'assassinio e riuscì a sfuggire all'attacco. Secondo le testimonianze, Fyssas stesso, pochi istanti prima di morire, indicò l'assassino agli agenti di polizia arrivati sul posto. L'omicidio di Fyssas ha dato il via all'indagine sull'attività criminale di Alba dorata, e gran parte di questo merito va a Fyssas stesso. I filmati delle telecamere a circuito chiuso dei negozi vicini (l'assassinio ha avuto luogo in una via centrale) rappresentano prove importanti nel caso e mostrano la grave negligenza della polizia, rimasta a pochi metri di distanza durante l'intera aggressione.

“Accetto la responsabilità politica”. Il 17 settembre 2015 Nikos Mihaloliakos, leader di Alba dorata attualmente imputato, ha dichiarato in una trasmissione radiofonica che il suo partito si assumeva la responsabilità politica dell'omicidio di Fyssas, ma non quella penale. Il quarto caso si focalizza sulla stessa natura di organizzazione criminale di Alba dorata. Per dimostrarlo, l'accusa ha portato alla corte 2 terabyte di documenti e ha presentato prove non solo dei casi di Fyssas, dei pescatori egiziani e dei sindacalisti, ma di decine di altri attacchi.

Il fronte anti-fascista

Il 5 ottobre, l'agenzia di ricerca Forensic Architecture  ha pubblicato il suo report completo sull'assassinio di Fyssas, che intende dimostrare i dettagli dell'aggressione e che la pattuglia della polizia greca, che si trovava nelle vicinanze sin dall'inizio, non ha fatto nulla per impedire l'omicidio.

Mentre il caso rimane aperto, contro il fascismo in Grecia si schierano molte persone determinate, fra cui gli avvocati che rappresentano le vittime del neo-nazismo, spesso gratuitamente. Anche le persone dietro goldendawnwatch.org , portale che copre tutte le udienze del processo, sono volontari. Il sito web è disponibile sia in inglese che in greco e presto lancerà una campagna di crowdfunding.

Poco si potrebbe scrivere sul processo del secolo in Grecia senza citare gli amici e la famiglia di Pavlos Fyssas, in particolare Magda Fyssas, la madre del rapper. Per molti una figura eroica, è sempre stata presente in tribunale, anche quando i membri di Alba dorata le urlavano "Dov'è il tuo Pavlos adesso?" [L'aggressione verbale è costata al colpevole una condanna a 7 mesi di carcere con sospensione]. La figura di Magda Fyssas è un costante richiamo al fatto che la lotta contro il fascismo deve essere persistente, anche in mezzo al dolore più grande.

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