Πέμπτη 17 Νοεμβρίου 2022

Dio prese di mira

 




Dio prese di mira

un prode a Sfakià
e suo padre giù nell'Ade
sentì una fucilata.

O re della mia stirpe,
non discendere le scale.
Bevi l'acqua della vita
per sconfiggere il tempo.

Dio prese di mira
un prode a Sfakià
e sua madre giù nell'Ade
tracciò una linea.

O re del mio cuore
con il sole tra i capelli
non passare questa linea
la vita è assai più dolce.

Dio prese di mira
un prode a Sfakià
e suo padre giù nell'Ade
sentì una fucilata.

O re della mia stirpe,
non discendere le scale.
Bevi l'acqua della vita
per sconfiggere il tempo.

Dio prese di mira
un prode a Sfakià
e sua madre giù nell'Ade
tracciò una linea.

O re del mio cuore
con il sole tra i capelli
non passare questa linea
la vita è assai più dolce.

Versione italiana di Gian Piero Testa

Évale o Theós simádi
hrongyr.Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος
Πρώτη εκτέλεση: Νίκος Ξυλούρης
Άλλες ερμηνείες: Μανώλης Λιδάκης
Από το άλμπουμ "Του χρόνου τα γυρίσματα"
Versi di Nikos Gatsos
Musica: Stavros Xarchakos
Primo interprete: Nikos Xylouris
Altri interpreti: Manolis Lidakis
Dall'album Του χρόνου τα γυρίσματα

Questa è, tra le canzoni greche che traggono occasione dalla guerra, una di quelle - o forse quella- in assoluto più toccanti. Non è solo merito della musica di Stavros Xarchakos o della voce di Nikos Xylouris che pare, ad ascoltarla, la voce stessa delle rupi dei boschi e delle acque non solo di Creta, ma della Grecia tutta: voce antica che sembra il canto dello Psiloriti o del torrente nella gola di Samaria, ma anche della quercia di Dodona o delle mille onde del mare tra Ayvalik e Plomari: è merito anche del poeta, di Nikos Gatsos, che in questo testo supera più di un topos della canzone di guerra e, in genere, di lotta. Qui, infatti, abbiamo per sfondo una delle mille rivolte dei Cretesi contro la dominazione prima veneziana e poi ottomana. E c’è un combattente, bello e biondo e di gentile aspetto, un prode di Sfakià, che Dio stesso inquadra nel mirino del sua carabina per trasformarlo nell’ennesimo eroe di una guerra indiscutibilmente “giusta”. Dall’encomio di Simonide a Digenis Akritas, al Sottotenente caduto in Albania e a Sotiris Petroulas, chi muore per la patria o per la causa sopravvive nella schiera degli eroi che guidano il popolo o la nazione. E questo è il primo topos, radicatissimo dell’epos greco.
Ma se la patria o l’idea se ne avvantaggiano, resta il dolore di chi ha amato la persona che si è votata al sacrificio e all’apoteosi: la madre o la sposa, che fila la lana e aspetta il ritorno di un soldato vivo e non di non eroe morto, del quale non sa che farsene. E questo è il secondo topos, quello certamente più familiare ai visitatori di “Canzoni Contro la Guerra”.
Ma, con la sua canzone, Gatsos va ancora più in là. Qui non c’è una sposa viva che attende il ritorno di un soldato vivo: ci sono un padre e una madre già morti che tentano in extremis di impedire la morte del figlio. Loro, che tutto ormai conoscono, sanno che nella morte vi è un’unica certezza: che si è morti. E supplicano il figlio di non superarne la soglia, perché la vita, l’unica vita che ci è data, “è più dolce” di qualsiasi altra forma di eternità. - Gian Piero Testa

Έβαλε ο Θεός σημάδι
παλικάρι στα Σφακιά
κι ο πατέρας του στον Άδη
άκουσε μια τουφεκιά.

Της γενιάς μου βασιλιά,
μην κατέβεις τα σκαλιά.
Πιές αθάνατο νερό
να νικήσεις τον καιρό.

Έβαλε ο Θεός σημάδι
παλικάρι στα Σφακιά
κι η μανούλα του στον Άδη
τράβηξε μια χαρακιά.

Της καρδιάς μου βασιλιά
με τον ήλιο στα μαλλιά,
μην περνάς τη χαρακιά
η ζωή είναι πιο γλυκιά.

Έβαλε ο Θεός σημάδι
παλικάρι στα Σφακιά
κι ο πατέρας του στον Άδη
άκουσε μια τουφεκιά.

Της γενιάς μου βασιλιά,
μην κατέβεις τα σκαλιά.
Πιές αθάνατο νερό
να νικήσεις τον καιρό.

Έβαλε ο Θεός σημάδι
παλικάρι στα Σφακιά
κι η μανούλα του στον Άδη
τράβηξε μια χαρακιά.

Της καρδιάς μου βασιλιά
με τον ήλιο στα μαλλιά,
μην περνάς τη χαρακιά
η ζωή είναι πιο γλυκιά.

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=10598&lang=it

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