Δευτέρα 7 Νοεμβρίου 2022

«Stou eòna tin paranga» - 1996


Αποτέλεσμα εικόνας για στου αιώνα την παράγκα

Era il 1996 quando usciva questo disco, un disco che riusciva a reinterpretare la musica rebetica, rinnovandola al tal punto da permettersi talora di mandare in secondo piano il buzuki, e di allinearlo nei ranghi di un'orchestra.



In quell'anno, di Thanos Mikroutsikos sapevo che era un importante musicista di cui avrei dovuto conoscere qualcosa di più della "Cantata per Makronisso" , l'unica sua cosa che mi fosse nota, e del quale sapevo che stava facendo il ministro senza portafoglio della Cultura, lì chiamato dal ministro titolare, una Melina Merkouri ormai irrimediabilmente vicina alla sua fine, e che purtroppo avrebbe, di lì a poco, dovuto sostituire. Quando arrivai in Grecia, qualcuno mi parlò di un nuovo CD di Mikroutsikos, molto bello e cantato da Dimitris Mitropanos. Lo comprai per non perseverare nell'ignoranza; e mi innamorai non solo del disco, ma del musicista e dell'interprete. Poi, finita l'estate, cercai di tradurmi i testi, che sono di quegli autori di fronte ai quali non riesce a reggere la frusta distinzione tra paroliere e poeta. Si tratta di Alkis Alkeos, nella parte del leone, e di Kostas Lahàs; in una canzone c'è pure la mano sensibilissima e sapiente di Lina Nikolakopoùlou. Al limite dell'allucinazione, infine, l'apporto di Yorgos Kakoulidis, l'autore con Hristòdoulos Halaris di Η ώρα τούτη, una delle più intense interpretazioni di Nikos Xylouris.

Perché lo propongo ora, violando una sorta di rapporto intimo ed esclusivo che ho con tutte quante queste canzoni, le quali finirono qualche anno dopo per accompagnare una svolta dolorosa nelle mie privatissime vicende? Perché, non molti giorni fa, una traduzione in greco, che Riccardo Venturi ha fatto di una bella canzone italiana, "I magnifici perdenti" di Massimiliano Larocca, a ragione o a torto mi ha fatto scattare il ricordo di questo disco, che tira pur esso delle somme: somme di una fine secolo coincidente con gli addii alla giovinezza, e dice, non certo magnificandole, che il loro segno è il meno. C'è un filo di analogia tematica tra la canzone dell'italiano e un paio dei testi del disco. Ma c'è molta più delusione, senso di amara perdita, di avvilimento e anche di risentimento, in questi poeti greci, il quali vanno a stivare nel ripostiglio del secolo amori, donne, amicizie, modi ribelli di vivere, impegno e speranze personali e sociali, con un senso dolente di spiazzamento, se non di stralunamento. Quello stato d'animo estremo che i Greci chiamano μαράζι: qualcosa come "sfacelo", o "marasma", su cui incombono, vasi d'inganni, due ombre femminili: la Donna e la Grecia.

Due o tre canzoni potrebbero tranquillamente stare in AWS senza la "copertura" dell' etichetta EXTRA: ma non me la sono sentita di sacrificare le altre. Lasciamole, anche in memoria di Dimitris Mitropanos, che se ne è andato pochi mesi fa, e che in questo disco raggiunse uno dei massimi vertici della sua forza interpretativa. (gpt)

NEL RIPOSTIGLIO DEL SECOLO

1) LUNA PARK
(Testo di Alkis Alkeos)

La città ha acceso le sue luci e se ne va
in nessun luogo come un trenino del luna park
come il tuo corpo che sfugge alle mie braccia
e ricerca tra braccia estranee la gioia

Hai chiuso gli occhi e mi hai lasciato fuori
un'altra notte passerò alla pioggia
Tutto a te tocca ma stasera lo metterò in gioco
e non m'importa cosa mi porterà il mattino

Ti trasformi come una medusa nelle strade
e io assecondo i tuoi mille aspetti
mi assoggetto alle leggi del tuo eros
e ti chiedo solo una manciata di briciole

Hai chiuso gli occhi e mi hai lasciato fuori
un'altra notte passerò alla pioggia
Tutto a te tocca ma stasera lo metterò in gioco
e non m'importa cosa mi porterà il mattino

2) ROSA
(Testo di Alkis Alkeos)

Le mie labbra secche ed assetate
cercano un po' d'acqua sull'asfalto
le vetture passano accanto a me
ma tu mi dici tra poco ci prende il freddo
e mi trascini in un umido cabaret

Procediamo insieme sulla stessa strada
ma le nostre celle sono separate
ci aggiriamo in una città stregata
non voglio più sapere che cerchiamo
da te mi basta il regalo di due baci

Mi giochi alla roulette e mi perdi
in un romanzo del terrore
voce d'insetto è ora la mia voce
una pianta strappata è la mia vita
mi cogli e mi scaraventi nel vuoto

Come la necessità diventa una storia
come la storia diventa un silenzio
perché mi guardi Rosa tutto abbacchiato
perdonami se non capisco
quel che dicono i numeri e i computer

Amore mio di zolfo e di carbone
come ti ha così cambiato il tempo
ci passano sopra le vetture
e io nella nebbia e nelle ventate
dormo digiuno al tuo fianco

Come la necessità diventa una storia
come la storia diventa un silenzio
perché mi guardi Rosa tutto abbacchiato
perdonami se non capisco
quel che dicono i numeri e i computer

3) ATTACCHI
(Testo di Alkis Alkeos)

Come ti donava la pioggia
quella sera di gennaio
e dicevi nel frastuono:
"Nessun futuro potrà
rubarci quello che stiamo vivendo"

Adesso ti metti in posa in vetrina
come una teatrante sulla scena
che ti posso dire del passato
delle nostre Itache bruciate
quello che cerchi è una spalla
che ti dia gli attacchi.

Come ti donava la luce
in quell'alba di terrore
e sembravi con le tue risate
e con i tuoi stracci d'oro
una Madonna di strada in fuga.

Adesso ti metti in posa in vetrina
come una teatrante sulla scena
che ti posso dire del passato
delle nostre Itache bruciate
quello che cerchi è una spalla
che ti dia gli attacchi.

4) IL PROFANATORE DI TOMBE
(Testo di Kostas Lahàs)

Le mie parole migranti della notte
su percorsi senza ritorno
lasciale gemere nelle piazze lasciale ti dico
forse mi troverai alla prossima svolta

Si restringono i vicoli,
gli amici fantasmi
e la città per lo più assomiglia
a una tomba di famiglia

Uno Strimone (*4) e affondo nelle acque
come un pescatore nel fango della Kerkìni
augure davanti a segni sicuri
mi sono di nuovo perso nel volto di quella

Si restringono i vicoli,
gli amici fantasmi
e la città per lo più assomiglia
a una tomba di famiglia

Gronda sangue lo schermo alle "Cibelie"
e io vado fantasticando in una piana sconfinata
al Miramare nuotavi sempre da sola
e Matteo per anni non si farà vedere

Si restringono i vicoli,
gli amici fantasmi
e la città per lo più assomiglia
a una tomba di famiglia

5) COME UN CIRCO ERRANTE
(Testo di Alkis Alkeos)

Come un circo errante ho disperso la mia vita
in stazioni e piazze dove mi mandi non te l'ho chiesto
adesso senza bussola faccio i miei viaggi
sento la tua voce ma cosa dici non afferro

Grecia Vembo (*5) mia e Marylin Monroe
Grecia Elytis mio (*5) e Edgar Allan Poe
Grecia incantatrice, vergine e puttana mia
Grecia Tumba, Alcazar e Kalogreza (*5) miei

Una volta mi suscitavi una passione delirante
ora giochi un gioco che mi lascia indifferente
non vinco e non perdo ti amo e mi ti nego
e sto aggrappato a un fuscello sul tuo precipizio

6) ANGOLO PATISSIA-PARAMITHI
(Testo di Alkis Alkeos)

Spunta il giorno sul tuo letto azzurro
tutto sciolto mi son svegliato ma ti amo ancora
versami gioioso veleno per festeggiare
con mezza dose di gin e un po' di assenzio

Con accordi in la minore tendenti al grigio
ti fischietto canzoni di cammellieri
come un piccolo venditore di lotterie alla una
all'angolo delle vie Patissia e Paramithi (*6)

Oggi voglio giocare con la Morte
rovinarmi al casinò del tuo cuore
mescolarmi alla feccia di tutta la terra
assaggiare tutte le rose e tutte le spine

Con accordi in la minore tendenti al grigio
ti fischietto canzoni di cammellieri
come un piccolo venditore di lotterie alla una
all'angolo delle vie Patissia e Paramithi

7) UNA VECCHIA FOTOGRAFIA
(Testo di Alkis Alkeos)

Con la nave Ingratitudine
salpasti in una giornata fredda,
e dei tuoi regali personali
oltre la pioggia e il vento
me ne lasciasti solo uno.

Una vecchia fotografia,
abbracciati al mare.
Ieri l'ho fatta a pezzettini
che non vedano i miei occhi
quanti anni ho buttato via.

Quante volte m'hai baciato
altrettante fui messo in croce
e tutto quello che ora mi resta
è una stanza parata a lutto
dove talora mi ti sono dato.

8) SEMPRE BEFFARDI
(Testo di Alkis Alkeos)

I peccatori della notte e i solitari dell'alba
vogliono zeimbékiko (*8) greve e guida nevrotica
ciondolano in posti spariti dalle carte
per una goccia di cielo e un amore di scarto.

Quanti hanno fatto amicizia con Caronte
se ne vanno con la sigaretta tra le labbra
prigionieri dei loro pazzi sogni
sempre beffardi, sempre beffardi
sempre beffardi e sempre beffati.

La nostra giovinezza è il budello Atene-Salonicco
una città abbiamo tirato su e ancora vivo in affitto
per sognarti mi sono abbandonato su paglia di tiglio
e ho visto come la notte butta luce e porpora la conchiglia.

Quanti hanno fatto amicizia con Caronte
se ne vanno con la sigaretta tra le labbra
prigionieri dei loro pazzi sogni
sempre beffardi, sempre beffardi
sempre beffardi e sempre beffati.
Quanti hanno fatto amicizia con Caronte
se ne vanno con la sigaretta tra le labbra
prigionieri dei loro pazzi sogni
sempre beffardi, sempre beffardi
sempre beffardi e sempre beffati


9) UNA COSA VOLGARE
(Testo di Kostas Lahàs)

Di nuovo sbandito mi perdo nella città
un barbone solitario della notte
un Tiresia (*9) naufragato nella formalina
sgozzano montoni e si leva il lamento

Alona "birom" (*9) Salona Ecbatana e Susa
sullo sfondo Petralona Arta e Prusa (*9)
Alona "birom" Salona Ecbatana e Susa
sullo sfondo Petralona Arta e Prusa

Cadono le barriere della strada, la notte è un Giano (*9)
dietro luci rifratte spezzate
uno specchio e ridono il cielo
e Giona (*9) dentro la balena marina

Alona "birom" Salona Ecbatana e Susa
sullo sfondo Petralona Arta e Prusa
Alona "birom" Salona Ecbatana e Susa
sullo sfondo Petralona Arta e Prusa

10) MONDO SEI ORA LA MIA PIAGA
(Testo di Lina Nikolakopoùlou)

Nella pesante catena
cercherò io consolazione
perché anche di questa vita
che me ne faccio.
Nel gelo della prigione
fatti coraggio e aggrappati
tu che tra le spine sai andare e amare
mentre io ti perdo senza rimedio.

Mondo, adesso sei la mia ferita
e quello che è veloce, proprio quello si fa lento
e mi ha spinto a bere e a ubriacarmi
per consolarmi
per non dovermi casomai compiangere
per spegnere il suo malefico
amore
e possa io pure andare alla malora.

Sul Golgota rannuvolato
su una croce che mi ubriaca
il pensiero di te diventerà un chiodo
per inchiodarmi.
E in un' alba di Maggio
prenderai mamma di un figlio tuo
la camicia bianca
e i pantaloni neri.

11) L'ANGELO
(Testo di Kostas Lahàs)

Nella piazza di San Vardari (*11)
come in una tragedia antica i soldatini
aspettano il Langadàs - Monastìri
e salgono poi su per Kafandari

Passeggio sopra le Fortificazioni
nella più fitta oscurità
un cielo senza una stella
percorsi e orari dell'Ade

A un passo da una Venere e un Tantalo
un angelo in fuga verso un posto che sia un altro
come farai a parlare dei tormenti altrui
come lo rattoppi un patchwork tutto bucato.

12) PER UNA DOLORES
(Testo di Alkis Alkeos)

Sulle colline fiorite
hai reclamato la tua vita
sulle stelle della terra e del cielo
la luce del paradiso
il giorno si delinea, vitreo
sul filo di lama compi evoluzioni
in branco con emarginati
alcolizzati e scompagnati
cavalieri motorizzati

Nella rimessa del tempo
riponi il tuo sogno balordo
con ingiurie e preghiere
e i voti della mamma
Nella rimessa del tempo
riponi il tuo sogno balordo
nelle cose umili e nascoste
cerca l'eternità

Per una Dolores incidesti
la tua pelle una notte
e inchiodasti il tuo corpo
all'orbita della luna
Ora col fumo e l'alcool
fai a pezzi la tua voce
ladrone, Pilato e Cristo
là dove stilla sangue Iddio
deporrai la tua vita

13) TI TAGLIERO' LA TESTA
(Testo di Yannis Kakoulidis)

Gli occhi che aspettavo proprio questa sera
sono farfalle ora e mi lambiscono le orecchie come i cani.
Mi strappano alla mia strada e dentro l'oscurità
tra le mani mi lasciano un coltello così, con tenerezza.

Signora, tu che vieni a me, che sono morto,
e dentro di me scorgi tutto quanto io non so,
possa la tua selvatica rosa reclinarsi ubriaca,
ti taglierò la testa e me la sposerò.
possa la tua selvatica rosa reclinarsi ubriaca,
ti taglierò la testa e me la sposerò.

14) LE NAVI DEGLI AMORI
(Testo di Alkis Alkeos)

Quando soffia il vento
e gli uomini tacciono
certe ombre mi invitano
alle marine deserte
le navi dei nostri amori
me li mostrano agonizzanti
e sulle loro prue si aggirano
fate e sirene

Sulla panca di un "Caffè"
i loro occhi rugiadosi
mi domandano dei naufragi
e dell'inganno della vita
e io per spaventarle rispondo
guardando l'alberatura
"Tramonto e alba
hanno lo stesso sangue"

Così alle cose quotidiane
ritorniamo perplessi
bambini giocano sotto la pioggia
con una palla bucata
ma un vecchio marinaio
ci aveva detto, ricordo,
che sempre dentro di noi sarebbero vissute
le grandi navi

Un trealberi è il tuo amore
e salsedine è il tempo
una domenica t'incontrai
e mi rubasti la mia luce
ciò che mi costringe ad amare
è il mio destino
fa' buon viaggio, tesoro
sui mari del mondo...

(*4) Strimone: il fiume che dalla Bulgaria (dove è detto Struma) sfocia nell'Egeo settentrionale dopo avere attraversato il limaccioso lago Cercinitis (Kerkini), segnando in territorio greco il confine tra Macedonia e Tracia.
(*5) Vembo: Sofia Vembo, la popolarissima cantante leggera ricordata come la "voce della Grecia" per le sue canzoni di incoraggiamento alla resistenza contro l'aggressione italiana.
(*5) Il poeta neogreco Odisseo Elytis, premio Nobel, e autore di To Axion Esti
(*5) Tumba, Alcazar e Kalogreza: vecchi stadi di calcio di varie località greche.
(*6) Via di Patissia , grande arteria urbana, ufficialmente denominata 28 Ottobre, che dal centro di Atene conduce verso nord, incrociando poco dopo il quartiere di Exarchia, dove è la via Paramythi.
(*8) Il ballo che si esegue da soli, su figure di personale creazione.
(*9) Il cieco indovino tebano dell'epica antica
(*9) Apostrofe di sapore anatolico, di uso oggi poco consueto
(*9) Nel distico c'è una con-fusione di toponimi attuali e storici, che rimandano sia a minori riminiscenze autobiografiche sia a grandi vicende della storia greca, persiana e macedone.
(*9) Giano: la bifronte divinità romana.
(*9) Giona, il profeta biblico che fu inghiottito da un "grande pesce" e poi risputato.
(*11) A Salonicco, cui si riferiscono anche le altre indicazioni toponomastiche.

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=41887

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