Elezioni
anticipate
In base ai sondaggi, la sinistra di Syriza potrebbe finire sotto il 26%: un
tracollo rispetto al trionfale 36,3% sull'onda del quale Tsipras divenne
premier nel 2015.
6 luglio 2019
La
Grecia torna al voto domani e tutti i sondaggi indicano il ritorno al potere
dello storico partito conservatore, Nea Demokratia (Nuova Democrazia), che alle
elezioni europee di fine maggio si
impose per più di nove punti davanti sulla sinistra di Syriza.
Secondo le
ultime rilevazioni demoscopiche la formazione guidata dal 51enne Kyriakos
Mitsotakis ha un vantaggio che supera i 10 punti percentuali, piazzandosi
intorno al 38% dei consensi, che permetterebbe al partito attualmente
all'opposizione di assicurarsi la maggioranza assoluta, anche grazie ad un
bonus di 50 parlamentari che la legge elettorale greca assegna alla prima forza
politica.
Sull'altro fronte, Syriza
potrebbe finire sotto il 26%: un tracollo, rispetto al trionfale 36,3%
sull'onda del quale Alexis Tsipras divenne premier nel 2015.
Nel suo ultimo comizio, il 44enne capo del
governo non si dà tuttavia per vinto: "Ci dobbiamo tutti ricordare dove
stava la Grecia nel 2014 e dove sta adesso", ha detto il premier venerdì
sera riferendosi ai risultati economici di questi anni che hanno permesso ad
Atene di uscire dallo schermo di salvataggio Ue.
Meno di un anno dopo l'uscita
ufficiale dal terzo programma di salvataggio, il governo di Tsipras non sembra
riuscito a convincere gli elettori di avere ancora un'agenda sociale e
progressista. E a fine maggio il premier 44enne ha perso sia le elezioni
europee che quelle amministrative.
Proprio all'indomani di quel voto, deluso dai risultati, Tsipras ha
deciso di ridare la parola agli elettori, ma la sua rimonta sembra ardua. Al
voto anticipato, si presentano una decina di partiti ma solo sette formazioni
hanno la possibilità di superare il 3% necessario per ottenere rappresentanza
parlamentare.
Tecnicamente le misure di austerità sono riuscite a fare uscire
la Grecia dalla crisi, con il tasso di disoccupazione che è diminuito dal 26 al
18%, ma nella percezione dei cittadini la ripresa si è vista solo molto
marginalmente: con centinaia di negozi chiusi e quasi quattro giovani su dieci
ancora senza lavoro, anche le previsione di un aumento del Pil all'1,9% sembra
una pura astrazione.
La partita,
comunque, si gioca tutta tra Nea Demokratia e Syriza. Sempre stando ai
sondaggi, risultano staccati al terzo posto i socialdemocratici di Kinal, eredi
del vecchio Pasok, che tentano disperatamente di recuperare il protagonismo
politico dei socialisti, al 6,5% seguiti dai comunisti del Kke (5%).
I
neonazisti di Alba Dorata, nonostante la sconfitta subita alle elezioni
europee, quando hanno perso quasi la metà dei voti rispetto al 2014, dovrebbero
rimanere in Parlamento. E dovrebbe entrarvi anche il neonato partito dell'ultradestra
Soluzione Greca che ha cavalcato il malcontento per l'accordo con Skopje per il
cambio di nome della Repubblica di Macedonia e ha già ottenuto un seggio al
Parlamento europeo. In Parlamento probabilmente entrerà - anche se solo per un
soffio - anche la sinistra di Mera25, il Fronte Europeo di disobbedienza
realista dell'ex ministro delle Finanze, Yanis Varufakis, al 3,5%.
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