Σάββατο 6 Ιουλίου 2019

La Grecia domani al voto, favoriti i conservatori di Nea Demokratia

Elezioni anticipate 

Αποτέλεσμα εικόνας για βουλη

In base ai sondaggi, la sinistra di Syriza potrebbe finire sotto il 26%: un tracollo rispetto al trionfale 36,3% sull'onda del quale Tsipras divenne premier nel 2015.

6 luglio 2019

La Grecia torna al voto domani e tutti i sondaggi indicano il ritorno al potere dello storico partito conservatore, Nea Demokratia (Nuova Democrazia), che alle elezioni  europee di fine maggio si impose per più di nove punti davanti sulla sinistra di Syriza. 

Secondo le ultime rilevazioni demoscopiche la formazione guidata dal 51enne Kyriakos Mitsotakis ha un vantaggio che supera i 10 punti percentuali, piazzandosi intorno al 38% dei consensi, che permetterebbe al partito attualmente all'opposizione di assicurarsi la maggioranza assoluta, anche grazie ad un bonus di 50 parlamentari che la legge elettorale greca assegna alla prima forza politica.  

Sull'altro fronte, Syriza potrebbe finire sotto il 26%: un tracollo, rispetto al trionfale 36,3% sull'onda del quale Alexis Tsipras divenne premier nel 2015.  

Nel suo ultimo comizio, il 44enne capo del governo non si dà tuttavia per vinto: "Ci dobbiamo tutti ricordare dove stava la Grecia nel 2014 e dove sta adesso", ha detto il premier venerdì sera riferendosi ai risultati economici di questi anni che hanno permesso ad Atene di uscire dallo schermo di salvataggio Ue. 

Meno di un anno dopo l'uscita ufficiale dal terzo programma di salvataggio, il governo di Tsipras non sembra riuscito a convincere gli elettori di avere ancora un'agenda sociale e progressista. E a fine maggio il premier 44enne ha perso sia le elezioni europee che quelle amministrative.  

Proprio all'indomani di quel voto, deluso dai risultati, Tsipras ha deciso di ridare la parola agli elettori, ma la sua rimonta sembra ardua. Al voto anticipato, si presentano una decina di partiti ma solo sette formazioni hanno la possibilità di superare il 3% necessario per ottenere rappresentanza parlamentare. 

Tecnicamente le misure di austerità sono riuscite a fare uscire la Grecia dalla crisi, con il tasso di disoccupazione che è diminuito dal 26 al 18%, ma nella percezione dei cittadini la ripresa si è vista solo molto marginalmente: con centinaia di negozi chiusi e quasi quattro giovani su dieci ancora senza lavoro, anche le previsione di un aumento del Pil all'1,9% sembra una pura astrazione.  

La partita, comunque, si gioca tutta tra Nea Demokratia e Syriza. Sempre stando ai sondaggi, risultano staccati al terzo posto i socialdemocratici di Kinal, eredi del vecchio Pasok, che tentano disperatamente di recuperare il protagonismo politico dei socialisti, al 6,5% seguiti dai comunisti del Kke (5%). 

I neonazisti di Alba Dorata, nonostante la sconfitta subita alle elezioni europee, quando hanno perso quasi la metà dei voti rispetto al 2014, dovrebbero rimanere in Parlamento. E dovrebbe entrarvi anche il neonato partito dell'ultradestra Soluzione Greca che ha cavalcato il malcontento per l'accordo con Skopje per il cambio di nome della Repubblica di Macedonia e ha già ottenuto un seggio al Parlamento europeo. In Parlamento probabilmente entrerà - anche se solo per un soffio - anche la sinistra di Mera25, il Fronte Europeo di disobbedienza realista dell'ex ministro delle Finanze, Yanis Varufakis, al 3,5%.  

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