Κυριακή 9 Ιουνίου 2019

Qualificazioni europee, Grecia-Italia 0-3: primato nel girone consolidato

Qualificazioni europee, Grecia-Italia 0-3: primato nel girone consolidato

La squadra di Mancini convince e domina anche in Grecia e adesso ha 5 punti di vantaggio sulle terze, i gol firmati da Barella, Insigne e Bonucci


8 giugno 2019

di Paolo Tomaselli, inviato ad Atene

Questa Italia nel suo piccolo è già un classico, che piace e ha sempre qualcosa da dirti ogni volta che lo togli dallo scaffale: vince, convince e va in fuga verso l’Europeo, in cui tra un anno giocherà in casa almeno le prime due partite.

Dall’Olimpico di Atene a quello di Roma, mancano ancora sette gare su dieci, ma i valori in campo sembrano già ben delineati. La squadra di Mancini è a punteggio pieno dopo tre uscite, con 11 gol fatti e nessuno subito, mentre le avversarie si annullano tra loro: la Bosnia cade rumorosamente in Finlandia, lanciando gli scandinavi, già battuti dagli azzurri, al secondo posto. La Grecia, che in teoria doveva essere l’avversario più strutturato, viene spazzata dall’Italia in mezzora con l’aiuto del vento caldo del Pireo, misto all’odore acre dei fumogeni che anche in uno stadio mezzo vuoto da queste parti non manca mai.

Se vincere il girone, oltre che obbligatorio può sembrare un po’ scontato, allora quel che pesa è soprattutto il modo in cui Mancini sta riportando fuori Azzurra dagli scogli in cui si era incagliata dopo il fallimento Mondiale. Che lì davanti ci sia il tridente leggero o il centravanti da battaglia come ieri, con il ritorno in grande stile di Belotti, la differenza la fa il motore: Jorginho ha le chiavi del gioco azzurro, ma guida sempre in coppia con Verratti. La manovra ha equilibrio e sicurezza, supportata dallo slancio di Palmieri sulla sinistra, dagli inserimenti di Barella e da Insigne che tra le linee fa quello che vuole, compreso il magnifico destro a giro del 2-0, dopo aver fatto fuori prima Samaris e poi Manolas.

I tragici greci giocano in modo poco comprensibile, soprattutto a loro, cambiando posizione continuamente. Spostare un difensore come Siovas in mediana non serve a spezzare la tela azzurra, mentre sulla corsia di Emerson Palmieri c’è il vuoto assoluto: un buco nero grazie al quale l’Italia in dieci minuti segna tre gol, tutti nati da quella parte. Prima di Insigne era stato infatti Belotti a cavalcare le praterie greche, a scherzare sempre Manolas — non certo il primo che passa — e a scaricare in mezzo per il traino di Barella. Il terzo gol arriva invece grazie a un cross di Palmieri, sul quale Bonucci di testa sovrasta Papastathopoulos.

Il passaggio alla difesa a tre dei greci chiude le voragini sulle fasce e porta a una ripresa meno squilibrata, con un paio di pericoli, risolti da Sirigu su Fortounis e dalla sgangherata mira di Siotis. Troppo poco per intravvedere delle crepe nella costruzione del Mancio, sulla quale cominciano a comparire i primi fregi di qualità, anche se il 4-0 non arriva per qualche errore di troppo sottoporta.

Un’altra vittoria martedì a Torino contro la Bosnia metterebbe in discesa il cammino azzurro, lasciando al c.t. più tempo e serenità per costruire il suo progetto a lungo termine: «quello di poter cambiare gli uomini e giocare allo stesso modo». Non tutti però. Perché alcuni, soprattutto in mezzo al campo, sono già dei classici.


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