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Il ministro
Scholz vuole rinviare l'erogazione dei profitti sui bond greci: manca il
superamento della legge che tutela le prime case dei debitori dai pignoramenti
Claudio Paudice, 10/03/2019
La Germania
vuole bloccare l'erogazione di circa un miliardo di euro alla Grecia, all'esame
dell'Eurogruppo di lunedì. L'ipotesi di un rinvio è stata fatta circolare come
indiscrezione sui quotidiani greci da giorni ma ora ha preso consistenza in una
nota interna al ministero delle Finanze guidato da Olaf Scholz, visionata dal
giornale finanziario tedesco Handelsblatt. Berlino è dell'idea che l'Eurogruppo
debba posticipare la decisione alla prossima riunione del 5 aprile perché
"non c'è pressione temporale" visto che Atene ha riserve di liquidità
sufficienti per le sue esigenze. La ragione del rinvio chiesto dalla Germania è
però un'altra, ovvero l'insoddisfazione per i pochi progressi fatti dal governo
Tsipras su alcune riforme che stanno a cuore ai fautori dell'austerity.
Le risorse
di cui si discuterà all'Eurogruppo non fanno parte del programma di aiuti
diretti ma sono i profitti da obbligazioni greche detenuti dalla Bce e altre
banche centrali dell'Eurozona. In totale ammontano a circa 4,8 miliardi di
euro, da restituire ad Atene entro il giugno del 2022 in tranche semestrali.
Della prima da 970 milioni si discute domani ma Scholz la vuole rinviare di
altri trenta giorni.
Una
richiesta, a ben vedere, tutta simbolica. Ad Atene sono richiesti ulteriori
sforzi sul fronte delle privatizzazioni e dei crediti deteriorati in pancia
alle banche. Lo scoglio più grande riguarda però la legge sulla protezione
delle residenze primarie dei cittadini insolventi, la cosiddetta legge Katseli
(n.4336/2015) dal nome del ministro che ne è stato promotore. La legge era nata
con l'intenzione di salvare dal pignoramento le prime case delle famiglie
sommerse dai debiti con le banche: approvata durante una delle tante difficili
fasi della crisi del debito e dei negoziati con la Troika, doveva restare in
vigore fino al dicembre 2018. Ma il Governo greco ha ottenuto una sua proroga
fino al febbraio scorso, in attesa di accordarsi con le istituzioni internazionali
su come superare la legge cercando di rendere felici i creditori senza fare
ulteriore macelleria sociale. Impresa ardua per Tsipras, in prossimità delle
elezioni nazionali ed europee di quest'anno.
Al fianco di
Berlino c'è anche Bruxelles a chiedere maggiori garanzie, come si evince dal
rapporto di Sorveglianza rafforzata pubblicato a fine febbraio: "Sono
ancora in corso discussioni su una proposta delle autorità greche per un nuovo
sistema di protezione delle residenze primarie in sostituzione di quella
attuale prevista dalla legge sull'insolvenza delle famiglie (Katseli)".
Mentre le misure volte ad alleviare le condizioni delle fasce più deboli della
popolazione greca, nel report dell'Ue, vengono guardate con sospetto. Ad
esempio, il recente innalzamento del 10,9% del salario minimo approvato dal
governo Tsipras (dal sapore di mossa elettorale): "Un forte aumento del
salario minimo può generare un impatto positivo a breve termine sull'attività
economica ma ciò comporta i costi potenziali di una minore crescita
occupazionale e di una perdita sostenuta di competitività nel medio termine.
Più in generale, le autorità devono sviluppare un convincente strategia basata
sui progressi nelle riforme chiave come energia e privatizzazioni".
La Grecia ha
chiuso con i piani di salvataggio internazionali lo scorso 20 agosto. L'Esm e i
principali esponenti della Commissione europea hanno festeggiato l'uscita dal
programma di assistenza finanziaria come un "successo". Alla fine dei
tre piani di salvataggio, il bilancio è impietoso: perso un terzo del Pil,
tasso di disoccupazione sceso al 18% dopo aver toccato picchi ben oltre il 20%,
crollo del potere d'acquisto del 28%, una famiglia su cinque in estrema
povertà, crollo delle pensioni del 14%, rapporto debito/Pil che sfiora il 180%,
500mila giovani emigrati dal 2013. Il rapporto di Sorveglianza tuttavia si
compiace del fatto che il "bilancio statale del 2019 prevede come
obiettivo un avanzo primario del 3,5 per cento" e sono previsti "il
completamento di importanti gare nel settore del gas naturale, nella sanità e
nell'aeroporto internazionale, riforme sul fronte degli investimenti e
cambiamenti nel sistema giudiziario". Ma non basta. Non a caso il
commissario francese Pierre Moscovici il 27 febbraio ha twittato:
"Riguardo alla Grecia, il secondo rapporto di Sorveglianza mostra che sono
stati fatti progressi significativi, ma che ci sono alcune aree in cui sono
necessari altri sforzi. Esorto le autorità a completare queste misure prima del
prossimo Eurogruppo". Altrimenti, pare di capire, ci sono le vecchie
maniere, e sono anche le più efficaci.
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