Δευτέρα 31 Δεκεμβρίου 2018

Fourni, nell’isola dei pirati il più grande cimitero dell’Egeo di relitti dell’epoca greca, romana e bizantina


Genova - Durante la dominazione ottomana le isole dell’arcipelago di Fourni, tra Ikaria e Samo, nell’Egeo Orientale, si sono guadagnate il nome di isole dei pirati (Kourseon). In passato, in effetti, quegli isolotti erano chiamati Korasioi proprio perché infestati, a partire dall’XI secolo dopo Cristo, dai pirati.

31 dicembre 2018

Il motivo per cui i predatori del mare avevano deciso di farne una loro base è semplice: la presenza di rotte importanti del commercio, tra l’Asia e l’Europa, e l’abbondanza di porticcioli naturali, ricavati da mille insenature, oggi paradiso dei bagnanti. Ma c’è anche un altro motivo: la pericolosità della costa, specie nelle zone settentrionali. Lì il vento, il meltemi, sferza le calette con furia incredibile. La posizione dell’arcipelago è insidiosa perché il vento, nel canale naturale tra Ikaria e Samo, moltiplica la propria forza, come succede nelle Bocce di Bonifacio.

A farne le spese, oggi, sono i diportisti più sprovveduti. Un tempo, secoli e secoli fa, a soccombere alla furia di Poseidone erano i naviganti che si spostavano dall’Asia Minore alla Grecia. Quel tratto di mare era dominio assoluto di grandi marinai, ma anche di tempeste, morte e distruzione.

Basti pensare che proprio a Fourni, sui fondali attorno alle isole dell’Arcipelago, è stato scoperto il più grande cimitero di navi antiche della Grecia e - dice qualcuno - dell’intero Mediterraneo. Dal 2016 ad oggi gli archeologi subacquei hanno trovato i resti di 53 imbarcazioni risalenti prevalentemente alla Grecia Antica, all’era romana e all’epoca bizantina.

«Scoprire questo tesoro è stato semplicemente incredibile - dice Peter Campbell, l’archeologo e condirettore subacqueo del progetto di indagine della RPM Nautical Foundation a cui si deve l’eccezionale ritrovamento - Sapevamo di essere incappati in qualcosa che avrebbe cambiato i libri di storia».

In effetti i resti dei relitti trovati sul fondo del mare sono straordinari. Ma servono risorse per portare avanti ricerche e studi: «Abbiamo messo insieme un gruppo di ricerca per studiare i reperti e andare avanti, ma non è facile - dice Campbell - L’aiuto dei privati, con donazioni, è essenziale».

L’attività di ricerca, giunta nel 2018 alla terza campagna, è ora gestita, come si legge dal sito ufficiale, dal team del RPM e dal ministero della cultura ellenico con il supporto del Korseai Institute, nella persona di George Koutsouflakis. Ogni anno richiama nella zona decine di subacquei e archeologi.

«Le potenzialità offerte delle isole Fourni come campo di ricerca storico e archeologico sono inesauribili - dicono i diretti interessati - Le prime due spedizioni subacquee archeologiche effettuate (nel 2016 e 2017, ndr) hanno semplicemente “raschiato la punta dell’iceberg”. Adesso bisogna assicurare la continuità e l’intensificazione graduale delle spedizioni. Tutto ciò in un periodo particolarmente difficile in Grecia dal punto di vista economico».

Le immagini dei resti di relitti greci e romani nell’arcipelago di Fourni:

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