Τετάρτη 4 Μαΐου 2016

“Itaca”: la meravigliosa poesia di Costantino Kavafis dedicata a chi ha una mèta da raggiungere

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri

se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
La poesia Itaca, scritta nel 1911, simboleggia l’origine, la ragione e al tempo stesso la meta del lungo viaggio, simile a quello del leggendario Ulisse, che ogni uomo fa, attraverso la vita. Ulisse e Itaca sono in una completa simbiosi.

Secondo Kavafis, il viaggio deve essere ricco di esperienze, non va affrettato e l’arrivo non deve essere prematuro. E’ meglio arrivare a Itaca quando si è maturi, anche se non è la meta, bensì il viaggio che conta, perché è il viaggio che permette di accrescere conoscenze ed esperienze. Inoltre, bisogna arrivarvi già pieni di ricchezze morali ed anche materiali, e non attenderci che Itaca ce ne offra altre o che ci faccia diventare ricchi. L’isola, infatti, quale meta apparente del viaggio, in realtà ci fornisce la motivazione e lo stimolo a viaggiare per conoscere ed apprendere. Itaca ti ha permesso il viaggio per farti intendere quello che persino lei stessa non avrebbe potuto darti. Itaca è il territorio dove dipanare la matassa delle nostre esperienze di vita per tesaurizzarle e rielaborarle; è quell’angolo remoto che facilita la concentrazione e permette di rivivere il viaggio e l’esperienza; non è un luogo fatto per i consumatori, bensì per i valorizzatori dell’esistenza.

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