Secondo una nuova ricerca
rivoluzionaria, pubblicata alla rivista Natura, i greci di oggi sono simili
geneticamente in larga misura ai Micenei e ai Minoici. Questo risultato è
basato su analisi del DNA antico di Micenei e Minoici che è stato comparato con
altre popolazioni e con il DNA dei greci moderni.
8 Agosto 2017
Lo studio antico genetico
era condotto da due greci genetisti dell’estero, Iosif Lazaridis del
Dipartimento di Genetica della Facoltà di Medicina dell’Università di Harvard e
Yiorgos Stamatoyiannopoulos dell’Università di Washignton, Seattle ed era
concentrato sulla età del bronzo. Tutti e due, Minoici e Micenei , erano
provenuti sopratutto dai primi agricoltori neolitici alla regione del mar Egeo.
I Minoici sono i creatori della prima scrittura europea (Grammiki A, che non è
ancora decifrata) hanno avuto, secondo la ricerca genetica, profonde radici
nella regione del mar Egeo e non sono provenuti da un’altra civiltà fuori
questa regione. Gli antenati originali di Minoici assieme ai Micenei sono stati
le popolazioni agricole locali dall’ Anatolia occidentale Neolitica, la Grecia
continentale e le isole del mar Egeo.
Per la prima volta sono
stati studiati antichi campioni di DNA da ossa e denti di 19 persone, fra di
loro 10 Minoici di Creta (dalla regione di Iera Moni Odigitria del Comune di
Candia e dalla grotta di Agios Charalambos all'altopiano di Lasithi) che hanno
vissuto il 2900-1700 a.C., 4 Micenei dall’Argolida nel Peloponesso e dall’isola
di Salamina (hanno vissuto il 1700-1200 a.C.) e 3 abitanti del sud-ovest
Anatolia (2800-1800 a.C.). Questi antichi campioni sono stati comparati con il
DNA antico di 332 persone da paesi limitrofi e 2,616 greci moderni (fra di loro
2 uomini di Creta moderna). Secondo I. Lazaridis “Le prime popolazioni
Neolitici dell’Anatolia di ovest e di Grecia erano estremamente omogenei,
discendenti di una popolazione comune proto-agricoltura che si diffuse dal 7 °
millennio a.C. in tutta Europa. Entrambi i Micenei e i Minoiti provengono in
una percentuale di 75% -85% di questa popolazione proto-agricola.”
Secondo la ricerca c'è
anche una piccola influenza genetica di 10%-15% dall’Asia occidentale che è
relativa agli antichi abitanti di Caucaso, Armenia e Iran. I Micenei avevano
anche un’altra contribuzione al loro DNA, dal Nord, da cacciatori-raccoglitori
dell'Europa orientale e della Siberia. Questa contribuzione non è evidente nel
DNA dei Minoici, un elemento che fa capire agli scienziati che gli
immigrati-invasori provenienti dal nord si diffusero in Grecia continentale
però non sono mai stati sulla Creta minoica. Questo componente genetico sembra
diffondersi dopo il 3000 a.C. attraverso l'Europa di ovest, attraverso i popoli
pastorali delle steppe, situati al nord del Mar Nero e del Mar Caspio.
I.Lazaridis crede che
“l'origine geografica precisa e il percorso di queste influenze settentrionali
e orientali saranno meglio chiarite in futuro, tramite le ricerche sulle più
antiche popolazioni adiacenti. Tuttavia, i dati finora indicano un certo grado
di movimento della popolazione per l'Egeo, una conclusione abbastanza
ragionevole, dal momento che la Grecia è un ponte geografico tra Europa e
Asia”.
Lo studio dimostra che
"immigrati" provenienti dalle aree del nord ed est del Mar Egeo
possono aver contribuito alla nascita di grandi civiltà egee dell'Età del
Bronzo durante il secondo e terzo millennio a.C. Tuttavia, la ricerca non ha
individuato una distinta genetica "impronta digitale" né di Egizi né
di Fenici nel DNA dei Minoici o dei Micenei. I ricercatori ritengono che questa
scoperta porta a rifiuto dell'ipotesi che le civiltà egee sono state create da
immigrati da culture esistenti di quelle regioni (Medio Oriente o Africa) e
anche dell’ipotesi che i greci antichi erano stati scomparsi nel Medioevo.
Secondo la ricerca, i greci
moderni hanno un DNA molto simile con i Micenei, i primi che hanno scritto la
lingua greca usando la scrittura Grammiki B. Come previsto, con il passare del
tempo è ormai accaduta un'ulteriore riduzione dell'influenza genetica di
proto-agricoltori. “La principale conclusione dal nostro studio” sottolinea
Lazaridis “è che la storia della popolazione della Grecia, riporta
caratteristiche significative di continuità genetica, ma senza isolamento
completo”. I ricercatori sottolineano che le due domande fondamentali da
rispondere nel futuro riguardano il quando per la prima volta i comuni antenati
"orientali" dei minoici e Micenei sono stati arrivati all’area del
mar Egeo e se i "nordisti" antenati dei Micenei hanno fatto
incursioni sporadiche in Grecia per un periodo più lungo o hanno condotto una
migrazione rapida e massiccia, come è accaduto nell' Europa centrale.
Secondo I. Lazaridis “è
notevole come costante è stata l'eredità dei primi agricoltori europei in
Grecia e in altre aree dell'Europa meridionale ma questo non significa che le
loro popolazioni erano completamente isolate. I greci non emergono completamente
formati dalle profondità della preistoria ma di fatto erano sempre stato un
popolo in un continuo processo di cambiamento, un’”opera in evoluzione”, dato
che le popolazioni venivano arricchite con flussi migratori nell'arco del
tempo. Comunque, non persero mai il patrimonio genetico delle popolazioni
dell'età del bronzo”.
Altri scienziati che hanno
partecipato allo studio sono il genetista David Reich (Harvard), Johannes
Krause (direttore dell’Istituo Max Planck in Germania), Dimitra Lotaki
(Università di Washington), Yiannis Maniatis (Laboratorio di Archeometria,
Centro Nazionale per Ricerca Scientifica “Democritos”), Manolis
Mihalodimitrakis (Scuola di Medicina, Università di Creta), Yiorgos Korres
(Scuola di Archeologia, Università di Atene) e gli archeologi Yiannis Tzedakis,
Antonis Vasilakis, Anastasia Papathanasiou e Eleni Consolaki-Yiannopoulou.
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