L’alta disoccupazione
nella Grecia colpita dall’austerity deprime salari e stipendi. Gli imprenditori
vogliono spendere quanto meno possibile in salari, e i lavoratori sono
costretti a scendere a compromessi che erano impensabili prima della crisi. Si
accetta un posto di lavoro a qualsiasi prezzo, non importa quanto sia basso. Il
settore imprenditoriale privato in Grecia ignora spudoratamente le leggi sul
lavoro e offre una manciata di noccioline con l’ultimatum “prendere o
lasciare”. Un ricatto che i lavoratori disperati non possono rifiutare. Nessuna
sorpresa. I dati basati sulle dichiarazioni dei redditi del 2017 relativi
all’anno fiscale 2016 mostrano quale sia l’attuale condizione di stipendi e
salari nel settore privato greco. Sono spaventosamente bassi, specialmente se
si tiene conto del costo della vita nel paese. I dati non rivelano comunque le
condizioni di lavoro, se siano lavori a tempo pieno, part time o a turni. I
giovani lavoratori sotto 20 anni di età non guadagnano più di 260 euro netti al
mese. I lavoratori a 24 anni di età svolgono lavori a tempo pieno per una media
di 380 euro netti al mese. I lavoratori fino a trent’anni guadagnano in media
509 euro, e quelli fino a 34 non portano a casa più di 660 euro.
La maggiore diminuzione degli stipendi, tra -42% e -25%, colpisce i lavoratori giovani e quelli nell’età più produttiva, cioè i trentenni e i quarantenni. I lavoratori trentenni di solito progettano di formare una famiglia, e quelli verso i 40 e oltre spesso Greciahanno già delle famiglie e dei figli. Hanno quindi da gestire impegni economici maggiori con redditi che diminuiscono. Ci sono 548.000 lavoratori nella fascia di età 40-49 anni. I lavoratori registrati over 50 sono 335.000. Prima della crisi molti di loro guadagnavano più di 1.600 euro lordi al mese. Nel 2012 i salari minimi sono diminuiti da 780 a 580 euro lordi per i lavoratori sopra i 25 anni e sono diminuiti a 510 euro lordi per i lavoratori tra i 15 e i 24 anni. Secondo lo stesso Dataset, le pensioni medie sono diminuite del 13,96% tra il 2012 e il 2016. Nel periodo 2010-2017 le pensioni di base e integrative sono state tagliate 14 volte.
Negli ultimi mesi il
tasso di disoccupazione è sceso a causa dei lavori stagionali nel settore
turistico. Nell’aprile 2017 il tasso di disoccupazione in Grecia era il 21,7%
ed è tuttora il più alto dell’Unione Europea. Seconda viene la Spagna, con una
disoccupazione al 17,1%. Tuttavia, secondo l’Unione dei Lavoratori nel Turismo
e nella Ristorazione, gli imprenditori pongono l’enfasi sull’ingaggio di
lavoratori giovani, fino a 25 anni di età, grazie ai loro minori salari. I
salari in questo settore per questo gruppo di età sono di 510 euro al mese
lordi per un lavoro a tempo pieno, che diventano 410 euro netti dopo aver
scalato tasse e contributi previdenziali. Questa tendenza, che i media greci
descrivono come “la cattiva cultura degli imprenditori”, impedisce la firma di
contratti collettivi che permetterebbero di ingaggiare lavoratori più anziani,
con più anni di esperienza e conseguentemente salari più alti.
(“La tragedia greca dei
salari: la generazione dei 265 euro al mese”, report di “Keep Talking Greece”,
1° agosto 2017, ripreso da “Voci dall’Estero”).
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