
“Siffatti modelli della realtà antica, così presentati nella mostra, possono e debbono istruire il governo sapienziale e salutistico per la convivenza “neo antica”; labirinti simbolici e pragmatici in cui siamo da sempre inseriti e da cui dovremo imparare teoricamente ad uscire rendendoli eco-sostenibili, percorsi e meandri da cui uscire attraverso i segni del Bianco e Nero che ridanno vita con la luce al Colore, identità per un genere umano che ancora non vede le sue eredità materiali ed immateriali ben depositate ma disperse tra Creta e Roma.” Al finale di questa mostra sull’altare centrale della chiesa di San Marco un disegno di Meogrossi rappresenta la danza di Teseo col Minotauro sopra la montagna del Leone a Lentas: “E’ la danza nello spazio-tempo Neo Antico e non più la lotta che Teseo deve svolgere col Minotauro, auspicio per ogni uomo di ritrovare il sano rapporto con il Sé e con la Natura”. I suoi sembrano voli pindarici, ma in realtà hanno un filo logico concreto e si basano su documentazione storicizzata, come l’assioma sul disegno topografico di Roma; non una tesi, ma temi oggettivamente evidenti a cui noi siamo stati educati male non sapendo più interpretare le parti come insieme. “Eppure il tema di Roma ha collegato nei secoli il Mediterraneo all’Europa e al mondo occidentale, un’eredità culturale proveniente dalla lontana-vicina Creta selezionata per posizione geografica, per connotazione fisica geologica, per poter meglio rileggere i nodi segnalati anche nell’oracolo sacro di Delfi a cui tutto il mondo antico Egeo si riferiva”. Su quell’omphalos è scolpita, ancora oggi visibile chiaramente, la rete sacra dei nodi in terra che avvolge la pietra sotto il cielo, paragone con il nostro sistema delle rete internet contemporanea, sistema unitariamente inteso come nel pensiero Neo Antico raccontato da anni da Meogrossi. Un disegno di rete che nel ritrovare i propri fili di identità descrive i molti significati della storia del Mediterraneo.
“Da qui il mio modello di Roma imbastito sull’osservazione delle leggi di cielo riportate in terra nel momento in cui, il 21 aprile del 753 a.c., gli esploratori greci osservarono i pianeti allineati fra il
sole e la luna e tracciarono poi sulla terra quell’angolo che forma un asse di traguardo in grado di connettere il centro del Colosseo con tanti altri centri geometrici monumentali di epoche diverse; la struttura guida della misura antica da risultare perpendicolare alla via del Corso, un vero e proprio sistema d’ordine per il controllo del territorio, un codice di riferimento per la convivenza, codice antichissimo nato proprio qui a Lentas-Miamoi di Creta”. Piero Meogrossi ha lavorato per trenta anni nella sovrintendenza archeologica come direttore architetto a dirigere il Colosseo: “tecnicamente le mie conoscenze sul campo del restauro archeologico così come le esperienze sul paesaggio antico sono innumerevoli. Scherzando mi considero un “archeo_tetto” appellativo che condensa bene il modello del nostos della mia ricerca teorica guidato dall’azione che mi fa tornare ogni volta dal 1986 qui a Creta, nella baia di Lentas, davanti il promontorio a forma di Leone che domina Creta e l’Egeo antico, dove approdava il mito di Zeus ed Europa, il primo e l’ultimo caposaldo del continente Europa oltre il quale c’è l’Africa”. Le sue sono espressioni per aprire la comunicazione che è chiusa, assente, insensibile soprattutto in momenti storici come questo. “Noi abbiamo sviluppato molto il bisogno dell’avere e meno quello di farci aiutare dalla cultura antica della Natura, il bisogno materiale sta distruggendo le forme ereditate dalla cultura proprio mentre la Grecia riafferma con dignità quel diritto-dovere e dimostra di volere provare ad avere un futuro. Di fronte a siffatto spirito l’Europa obsoleta e stanca annaspa, ha paura di questo futuro. Sono necessari modelli per costruire progetti che riguardano turismo, agricoltura risorse locali e lontane, visioni capaci di offrire nuove forme di lavoro ai giovani. La parola “apocalisse” noi occidentali siamo abituati a considerarla come “catastrofe”, la parola greca “Apocalypsis” vuol dire “rinascita”. Ci sono tante sfumature della lingua greca spesso sottovalutate (Economia = ikos nomos = Misura della Casa) che incoraggiano a considerare la conoscenza come diversa pratica della politica quotidiana. Pur condizionati dalle pressioni dei mercati finanziari le eredità antiche non possono essere messe da parte, e nemmeno il mondo capitalistico pseudo liberale oggi arrivato alla frutta potrà più farne a meno! Io sto vivendo in diretta gli umori di questo mondo che, come è sempre stato e sempre sarà, si rinnova!”.

Stefania Miccolis
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