Il Ministero degli Esteri dell’Armenia ha rilasciato una dichiarazione sui recenti sviluppi nel Mediterraneo orientale, sottolineando il sostegno incondizionato della repubblica transcaucasica alla Grecia e a Cipro e ribadendo la “solidarietà” che da sempre contraddistingue i rapporti con Atene e Nicosia.
“Seguiamo da vicino gli ultimi sviluppi e la mobilitazione navale nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale causati dalle azioni illegali e provocatorie della Turchia. Questo atteggiamento destabilizzante nel Mediterraneo orientale manifesta la continua politica aggressiva ed espansionistica che la Turchia ha perseguito nelle regioni limitrofe. Ribadiamo il sostegno e la solidarietà inequivocabile dell’Armenia con la Grecia e con Cipro e chiediamo alla Turchia di allentare la situazione, rispettare il diritto internazionale e cessare tutte le azioni all’interno della Zona economica esclusiva (ZEE) di Grecia e Cipro” – si legge nella dichiarazione della diplomazia armena.
Le prospezioni della Turchia nel tratto di mare tra Creta e Cipro, su cui, oltre ai turchi, sia la Grecia sia Cipro hanno rivendicazioni e di cui tutti e tre i paesi intendono sfruttare le risorse naturali ed energetiche, stanno provocando un’escalation nel Mediterraneo orientale. Lo scorso luglio erano state indagini sismiche presso l’isola di Kastellorizo, nel Dodecanneso, a provocare tensioni tra Ankara e Atene. Il 2 agosto scorso l’Egitto -che nella zona ha importanti interessi- si era schierato a fianco di Atene, ora è la volta dell’Armenia.
Erevan ha ottime relazioni con Atene. La Grecia è stato uno dei primi paesi a riconoscere il genocidio armeno, nel 1996, e nel paese vive un’antica comunità armena sin dai tempi dell’Impero ottomano, cresciuta poi con la diaspora successiva al 1915-17. Inoltre greci e armeni hanno relazioni culturali antichissime, che risalgono ai tempi di Alessandro Magno e che non si sono mai interrotte durante le dominazioni romana, bizantina e ottomana.
Anche con Cipro l’Armenia ha relazioni molto antiche, che risalgono a molto prima dell’indipendenza formale dei due stati. Nel 1982 Cipro è stato il secondo paese al mondo, dopo l’Uruguay, a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno.
Con la Turchia, Erevan non intrattiene relazioni diplomatiche formali, ufficialmente per via della situazione in Nagorno-Karabach, che la Turchia considera parte integrante dell’alleato Azerbaigian occupata dagli armeni. La frontiera tra Turchia e Armenia è chiusa e presidiata dai due eserciti. In occasione degli scontri dello scorso mese di luglio tra azeri e armeni nella regione di Tavush, la Turchia aveva minacciato l’Armenia e preso parte a esercitazioni militari congiunte con le truppe di Baku.
Oltre alla situazione del Nagorno-Karabach, Ankara e Erevan sono divise dal riconoscimento del genocidio armeno nell’Impero Ottomano, che Erevan considera essenziale per ogni relazione, dalle emissioni radioattive della centrale nucleare di Metsamor, che Ankara considera pericolose per la salute pubblica, dal timore turco che l’Armenia avanzi rivendicazioni territoriali in Anatolia, in particolare nelle provincie un tempo note come Armenia occidentale.
Italo Cosentino, interprete di russo
di Redazione
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