La crisi tra Grecia e Turchia sta alzando la tensione nel Mediterraneo orientale. Dopo Macron, anche Merkel con la Grecia. Cosa faranno Ue e Nato?
Angela Merkel invita l’Unione Europea a stare dalla parte della Grecia. Ne ha discusso con il presidente francese Emmanuel Macron. La cancelliera tedesca fa una scelta di campo ben precisa contro la Turchia, come già l’ha fatta la Francia. Ora si vedrà se la linea Merkel-Macron passa tra i Paesi membri dell’Ue. Al momento, l’alto rappresentante della politica estera, Josep Borrel, sembra concordare con la Merkel e ha detto che sono pronte sanzioni per la Turchia se continuano le provocazioni. In gioco c’è la capacità del club europeo di difendere uno Stato socio. Di conseguenza sulla partita del Mediterraneo orientale si gioca anche la responsabilità dell’Ue verso un Paese membro. Che senso avrebbe rimanere tra i 27 se poi uno stato viene lasciato solo davanti alla minaccia di uno Stato terzo. Perché il presidente turco Recep Tayyp Erdogan minaccia senza mezzi termini il governo di Atene quando dice che si prende ciò che gli spetta a ogni costo. La scelta di campo della Merkel rischia di alimentare una tensione già alta con la Turchia. La crisi turco-tedesca si è sviluppata durante la campagna elettorale di Erdogan dopo le limitazioni della Germania a tenere manifestazioni politiche turche sul territorio tedesco. Per quanto riguarda l’Unione Europea, va avanti da anni la questione dell’adesione turca all’Ue. Un tema ormai congelato e quasi messo da parte. Sulla Nato il discorso è più complesso. Perché Atene e Ankara sono entrambe parti dell’Alleanza Atlantica. Cosa farà Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, che ha appena incontrato il ministro degli esteri greco sulla crisi del gas nel Mediterraneo orientale? Difficile da dirsi anche se si prevede una scelta pro-greca. La crisi del Mediterraneo altro non è che l’ennesima prova di forza tra Turchia e Europa. Un braccio di ferro che continua fin dall’impero ottomano; è passato attraverso l’Europa post-Congresso di Vienna del 1815; è durato per tutto il 19° secolo portandosi dietro rovesciamenti e opportunismi delle potenze europee; è riemerso nel 20° secolo dopo il primo e secondo conflitto mondiale; è stato presente negli anni della guerra fredda e ora in quelli del mondo post-bipolare.
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