La volatilità dei cambi e la crescita incerta sono i due temi al centro del G20 finanziario che si è aperto a Washington con la cena ufficiale di ministri e governatori. Il rapporto tra euro e dollaro e la necessita' di aumentare il prodotto potenziale hanno occupato le riunioni preparatorie, dove invece non si e' discusso di Grecia.
Eppure quello della Grecia è il tema-fantasma che agita i paesi occidentali. Non caso Varoufakis ha scelto propro questo contesto per dichiarara la crisi di liquidità di Atene. Per il momento l’approccio da parte di Fmi e Usa è soft. Nessuno intende assumersi responsabilità. E la palla viene direttamente rimandata al summit Ecofin in programma il 24 aprile in Lettonia.
Le Borse ieri hanno chiuso negativamente: i rendimenti dei titoli greci a tre anni volano a 26,18%, il massimo dal 2012, e lo spread italiano sale a 130 punti base, segnando i massimi da due mesi.
Sul piano delle trattative tra Atene e Bruxelles, le divergenze che ancora esistono sarebbero ampie e difficili da colmare a livello tecnico perché‚ riguardano gli ambiti 'sociali', cioè pensioni, licenziamenti e misure a sostegno della popolazione, su cui Syriza ha una posizione considerata 'ideologica', che intende ammorbidire. La strategia di Varoufakis e Tsipras sembra essere arrivata al momento della verità. E sembra nche di capire che l’Europa non ha intenzione di rischiare più di tanto. Anche perché, come ha messo in evidenza proprio ieri il direttore del Fmi, Christine Lagarde, la ripresa economica mondiale è in corso ma non è sufficiente per un calo della disoccupazione: è necessario fare di più per evitare un 'nuovo mediocre', ovvero un periodo di crescita bassa per un periodo lungo. Introdurre un altro elemento di forte instabilità come il default della Grecia. il ministro delle Finanze di Berlino, Wofgang Schaeuble, ha voluto precisare che "l'Europa non correra' il rischio di mettere in pericolo l'economia mondiale", anche se, ha aggiunto, "la solidarieta' non è una strada a senso unico".
La Grecia ha bisogno di altri 7,2 miliardi di euro per restare a galla e onorare il debito con l’Europa. L'ultima scadenza possibile entro cui Atene potra' finalmente rendere note le sue vere intenzioni sulle riforme resta il summit dei ministro delle Finanza del 24 aprile in Lettonia. Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici, intanto sottoline che a Bruxelles non si stia lavorando o sia gia' pronto "un 'piano B'...la posizione della commissione europea è ancora che la Grecia ha il suo posto nell'Eurozona. Lavoriamo su questa base". Questo può lasciar pensare a una conferma delle voci uscite nei giorni scorsi, che parlavano di una “uscita tecnica” ma non politica, una sorta di cordone sanitario che servirebbe a gestire la stabilità dei mercati attraverso un intervento della Bce.
Eppure quello della Grecia è il tema-fantasma che agita i paesi occidentali. Non caso Varoufakis ha scelto propro questo contesto per dichiarara la crisi di liquidità di Atene. Per il momento l’approccio da parte di Fmi e Usa è soft. Nessuno intende assumersi responsabilità. E la palla viene direttamente rimandata al summit Ecofin in programma il 24 aprile in Lettonia.
Le Borse ieri hanno chiuso negativamente: i rendimenti dei titoli greci a tre anni volano a 26,18%, il massimo dal 2012, e lo spread italiano sale a 130 punti base, segnando i massimi da due mesi.
Sul piano delle trattative tra Atene e Bruxelles, le divergenze che ancora esistono sarebbero ampie e difficili da colmare a livello tecnico perché‚ riguardano gli ambiti 'sociali', cioè pensioni, licenziamenti e misure a sostegno della popolazione, su cui Syriza ha una posizione considerata 'ideologica', che intende ammorbidire. La strategia di Varoufakis e Tsipras sembra essere arrivata al momento della verità. E sembra nche di capire che l’Europa non ha intenzione di rischiare più di tanto. Anche perché, come ha messo in evidenza proprio ieri il direttore del Fmi, Christine Lagarde, la ripresa economica mondiale è in corso ma non è sufficiente per un calo della disoccupazione: è necessario fare di più per evitare un 'nuovo mediocre', ovvero un periodo di crescita bassa per un periodo lungo. Introdurre un altro elemento di forte instabilità come il default della Grecia. il ministro delle Finanze di Berlino, Wofgang Schaeuble, ha voluto precisare che "l'Europa non correra' il rischio di mettere in pericolo l'economia mondiale", anche se, ha aggiunto, "la solidarieta' non è una strada a senso unico".
La Grecia ha bisogno di altri 7,2 miliardi di euro per restare a galla e onorare il debito con l’Europa. L'ultima scadenza possibile entro cui Atene potra' finalmente rendere note le sue vere intenzioni sulle riforme resta il summit dei ministro delle Finanza del 24 aprile in Lettonia. Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici, intanto sottoline che a Bruxelles non si stia lavorando o sia gia' pronto "un 'piano B'...la posizione della commissione europea è ancora che la Grecia ha il suo posto nell'Eurozona. Lavoriamo su questa base". Questo può lasciar pensare a una conferma delle voci uscite nei giorni scorsi, che parlavano di una “uscita tecnica” ma non politica, una sorta di cordone sanitario che servirebbe a gestire la stabilità dei mercati attraverso un intervento della Bce.
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