di Charles-André Udry, da A l’Encontre, traduzione di Gigi Viglino
Il 4 aprile si è tenuta ad Atene una riunione della Red Network. Uno dei tre gruppi di discussione riuniva circa 100 persone attive a diversi livelli nel settore della sanità: medici, infermiere e infermieri, addetti alle ambulanze, responsabili delle farmacie di ospedale, donne delle pulizie, membri di comitati locali che hanno impedito la chiusura di una struttura di cure primarie, uno dei medici responsabili del dispensario sociale di Hellinikon.
La discussione combinava testimonianze, analisi e iniziative da prendere. Un filo rosso collegava tutti gli interventi: non bisogna più attendere i risultati dei negoziati permanenti e mediatizzati del governo, che tengono la popolazione in una posizione passiva; bisogna costruire iniziative che garantiscano l’unione tra i sanitari, la popolazione, la struttura sindacale influenzata da Syriza (META) e i membri e simpatizzanti di Syriza. Dato il massiccio e continuo degrado del sistema sanitario, deve essere lanciata una parola d’ordine: rifiuto immediato di pagare gli interessi sul debito e i rimborsi presentati come inevitabili, e consacrare immediatamente quei fondi alla sanità.
La decisione del governo Tsipras di sopprimere il ticket di 5 euro è in gran parte illusoria, poiché le somme rappresentate da 1 euro a carico dei malati per l’acquisto dei farmaci sono molto più grandi. Negli interventi dei sanitari emergeva un primo fatto: la stragrande maggioranza dei responsabili del sistema sanitario e degli ospedali non è stata cambiata. L’apparato burocratico e clientelare di Nuova Democrazia e del PASOK rimane al suo posto. I ministri possono sempre fare dichiarazioni – ne fanno tutti i giorni e in tutti i sensi – il cambiamento di una struttura dipende da un vero piano e da una mobilitazione sociale. Non è stato istituito alcun nuovo modello di controllo effettivo degli ospedali. Il governo, va da sé, non sostiene alcuna mobilitazione. L’accettazione dei cosiddetti vincoli europei costituisce il collante che tiene insieme le differenti individualità di questo governo, che giocano le loro carte, a volte conformi alle loro convinzioni, cosa che contribuisce a creare illusioni negli osservatori rispetto ai possibili effetti delle cosiddette contraddizioni interne. Si sono viste le stesse illusioni in occasione del primo governo Lula nel 2003, anche se la struttura governativa del PT era più solida.
La direzione di Syriza nella sua maggioranza formale può fare una dichiarazione, ma non prende alcuna iniziativa che metta in relazione le questioni cruciali del sistema sanitario con il pagamento del debito. Ora l’urgenza sociale comincia a essere utilizzata, certo per ora in modo propagandistico, dalla destra che segnala che il governo non solo non mantiene le sue promesse ma lascia peggiorare la situazione.
All’opposto, tutte le esperienze di assemblee aperte delle strutture locali di Syriza mostrano l’interesse e la disponibilità della popolazione a riaprire una struttura di cure primarie, a impedire la chiusura di un ospedale, ad aumentare il numero dei medici, a creare le condizioni di un ritorno dei medici che vivono il loro espatrio come una deportazione. Le testimonianze che segnalavano che nel tale servizio il numero dei medici era passato da 12 a 4, quello delle infermiere da 10 a 2, si susseguivano una dopo l’altra. Peraltro, sta per essere pubblicata un’inchiesta relativa alla situazione dei principali ospedali e delle strutture di cure primarie della regione di Atene. Un neurochirurgo che ha lavorato nei due ospedali principali ha descritto l’esplosione delle malattie nosocomiali (infezioni contratte in una struttura sanitaria) e ha indicato gli effetti a lungo termine (due, tre generazioni) della situazione attuale. È stato sostenuto dall’intervento di un pediatra.
I dibattiti sul debito illegittimo e le sue origini sono certamente molto importanti. Ma la questione si pone con un’altra temporalità umana: oggi, decine di migliaia di donne e uomini della Grecia, di migranti, muoiono di fame, sono malati e non sono curati. La risposta non può essere quella del governo che stanzia 300 milioni di euro per misure cosiddette umanitarie (riallacciare l’elettricità, distribuire buoni alimentari), nello stile delle reti di protezione della Banca Mondiale, nel momento stesso in cui ha fatto votare una spesa di 500 milioni di euro per rinnovare la flotta aerea antisommergibili su impulso del suo ministro della difesa.
Certo questo ministro, Panos Kamenos, dei Greci Indipendenti, non si è limitato a questo solo compito, prioritario per lui. Era presente il 4 aprile alla presentazione della costituzione di un comitato di audit sul debito. Un’iniziativa che merita tutto l’interesse. D’altronde, il Presidente della Repubblica, Prokopi Pavlopoulos, ne ha sottolineato l’importanza. Ne attende i risultati tra parecchi mesi. Prokopi Pavlopoulos, visto il suo stato di servizio in Nuova Democrazia e in diversi governi, in particolare dal 2004 al 2009, è al corrente dell’esplosione del debito negli anni 2000 (come ha illustrato l’articolo di Michel Hussonpubblicato su A l’Encontre, solo in francese). Cosa che si sono permessi di ricordare, per puro opportunismo, rappresentanti della Sinistra Democratica (DIMAR), insistendo sulla carriera del presidente durante il periodo di indebitamento sotto Karamanlis. (I Efimerida Ton Sintakton-Quotidiano dei redattori, 6 aprile 2015).
Come ha sottolineato Antonis Ntavanellos nel suo ultimo articolo, di fronte al disastroso bilancio del governo, per la sinistra effettivamente radicale le iniziative per modificare al massimo il rapporto di forze dentro Syriza – come nel movimento sindacale e nei settori militanti – sono prioritarie. Questo, in vista di scadenze che si presentano a breve termine(giugno 2015). La battaglia per modificare più nettamente i rapporti di forza, prima di tutto dentro Syriza, si deve coniugare con la promozione massiccia di rivendicazioni concrete la cui applicazione è possibile solo nella misura in cui viene decisa subito una moratoria sul pagamento degli interessi sul debito. Le forze di sinistra (da Syriza ad Antarsya, compresi membri del KKE sensibili all’acutezza della crisi sociale) che vogliono l’applicazione immediata del programma di Salonicco, presentato da Tsipras a nome di Syriza il 14 settembre 2014, lo esprimevano in molteplici forme nella riunione del 4 aprile, dove la radiografia del sistema sanitario era in effetti quella della società greca.
L’articolo basilare della dottoressa Louise Irvine, i cui dati sono del 2014, già suonava l’allarme nel gennaio 2015. Non era la prima. The Lancet aveva già realizzato un vero e proprio audit del sistema sanitario nel febbraio 2014. Questo traduceva i bisogni della popolazione e quindi i diritti universali che ne derivano.
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