Τετάρτη 22 Ιουλίου 2020

Dua Lipa, la popstar che sogna la Grande Albania scatena l'ira dei serbi

Dua Lipa, la popstar che sogna la Grande Albania scatena l'ira dei serbi
La cantante inglese di origini kosovare, vincitrice di due Grammy, accusata di "estremismo nazionalista" per un tweet in cui riporta la mappa di uno spazio geografico in cui lo Stato albanese ingloberebbe parte di Montenegro, Grecia e Macedonia del nord

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TIRANA - È bastato un tweet della pluripremiata pop star inglese Dua Lipa per risvegliare negli animi schipetari più nostalgici il sogno della Grande Albania e per scatenare in rete un’aspra polemica, soprattutto tra i loro storici nemici serbi. Nata a Londra da genitori kosovari, la cantante ha postato una mappa dello spazio geografico che gli albanesi considerano la culla della loro nazione, e cioè il Kosovo, parte del Montenegro, della Macedonia del Nord e della Grecia (isola di Corfu ed Epiro), oltre ovviamente allo Stato albanese. Lipa dice di averlo fatto per sostenere una petizione online che chiede ad Apple Maps di mostrare il Kosovo come una nazione indipendente. Star da oltre un miliardo di streaming su Spotify, vincitrice di due Grammy Awards e di ben tre Brit Awards, per il suo tweet la star è stata accusata sui social di “estremismo nazionalista”, con i filo-serbi che l’hanno addirittura chiamata “fascista” e che hanno lanciato l’hashtag #CancelDuaLipa.

Tutt’altra è stata la reazione a Tirana, dove la sua iniziativa è immediatamente rimbalzata su tutte le tv e tutti siti nazionali riaccendendo l’illusione di quella Grande Albania che nessuno ha visto mai e che verosimilmente nessuno mai vedrà. Di questo progetto geopolitico alimentato dalle frange nazionaliste albanofone che popolano i Balcani, rispuntano con regolarità rivendicazioni più o meno politicamente corrette. I tifosi di calcio ricorderanno l’esultanza dei giocatori svizzeri di origine kosovare Xherdan Shaqiri e Granit Xhaka che, nella partita contro la Serbia ai Mondiali in Russia del 2018, incrociarono le mani per mimare l’aquila bicefala della bandiera albanese, suscitando la rabbia dei serbi. Era accaduto qualcosa di simile quattro anni prima a Belgrado, quando in una partita di qualificazione agli Europei tra Albania e Serbia un drone lasciò cadere sul campo un’enorme bandiera della Grande Albania, scatenando scontri tra tifosi che provocarono diversi feriti.

La controversia tra i due Paesi ha origini antiche e non si è mai sopita. Adesso, al centro della questione c’è lo status del Kosovo, Paese che ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, quasi dieci anni dopo i bombardamenti della Nato che segnarono la fine del regno di Slobodan Milosevic. Il Kosovo è oggi riconosciuto da gran parte dei Paesi europei, ma non dalla Serbia e dai suoi alleati, quali la Russia. Numerosi studiosi hanno dimostrato come il mito del Kosovo come terra sacra, patria della civiltà e della cultura serba, sia stato costruito ad hoc dalla dirigenza politica serba mobilitando ogni settore della società. Una volta creato il simbolo del Kosovo quale “Gerusalemme serba”, Milosevic trascinò il suo popolo nelle tragiche guerre degli anni Novanta in ex Jugoslavia. Guerre la cui eco è tornata a farsi udire, dal tweet della Lipa che ha riscosso il plauso dell’organizzazione americana Team Albanians alla canzone ultranazionalista serba intonata lo scorso gennaio dal numero uno del tennis mondiale, Novak Djokovic


https://www.repubblica.it/esteri/2020/07/22/news/kosovo_popstar_dua_lipa_grande_albania-262589640/?ref=RHPPTP-BH-I262585597-C12-P8-S2.4-T1

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