Κυριακή 19 Ιουλίου 2020

Diffusione approssimativa del termine "naca" ("culla") - derivazione dal greco antico νάκη

Diffusione approssimativa del termine "naca" ("culla") - derivazione dal greco antico νάκη ("vello di pecora"): infatti un tempo le culle, almeno dalle nostre parti, si facevano con quel materiale - nell'Italia meridionale e in Grecia.
Da questo termine deriva il verbo siciliano "annacari" (in dialetto reggino con aferesi: "annacari" > " 'nnacari"), che letteralmente vuol dire "far dondolare la culla", ma in senso metaforico ha diversi significati, tra cui "tirarla per le lunghe", e - alla forma riflessiva - per riferirsi ad una persona che è o che fa la snob (ma anche nell'espressione "mâ 'nnachi!", cioè "non mi fai niente!", letteralmente: "me lo culli!" [con riferimento all'organo genitale maschile]).
Tornando alla mappa, essa è tratta da Rohlfs (1985), secondo il quale ci sarebbe la possibilità che "naca" rappresenti un esempio di dorismo nei grecismi del Sud Italia (ma "nàka" ancora oggi anche in greco di Calabria), cioè di parola greca derivata non dallo ionico-attico (base della quasi totalità delle varietà neogreche), bensì appunto dal dialetto dorico (dove η > α, per cui νάκη > νάκα): ancora oggi, in zaconico (che è l'unica varietà di greco moderno che discende dal dorico, parlata ancora da alcuni anziani nella zona di Leonidio nel Peloponneso - che tra l'altro è la regione di Sparta, che appunto parlava dorico), il termine è (α) νανάκα.
Fonti:
- Defner M., Λεξικόν της τσακωνικής διαλέκτου, Estia, Atene, 1923;
- La Face G., Il dialetto reggino - Tradizione e nuovo vocabolario, Iiriti, Reggio Calabria, 2006;
- Rodà A., Vocabolario grecocalabro-italiano-grecocalabro, Laruffa, Reggio Calabria, 2010;
- Rohlfs G., Scavi linguistici nella Magna Grecia, Congedo, Galatina, 1974;
- Rohlfs G., Latinità ed ellenismo nel Mezzogiorno d'Italia, Frama Sud, Chiaravalle, 1985.

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