Κυριακή 5 Απριλίου 2015

Atene corre verso la bancarotta, ma la colpa è della troika

La data limite, assicura un funzionario del governo greco è giovedì prossimo, 9 aprile. Quel giorno,

Se veramente la Grecia sarà costretta al fallimento, quando si scriverà la storia di questa brutta pagina europea, bisognerà partire dalle ricette economiche che sono state imposte alla Grecia da creditori, oggi, così severi.
Atene è stata teatro di un colossale esperimento di politica sociale ed economica risoltosi in un altrettanto colossale flop. Altri paesi hanno dovuto subire la terapia dell'austerità, ma solo in Grecia la terapia è stata applicata in modo così cieco e selvaggio, fino a distruggere - quasi - il paese. Due studiosi tedeschi (ebbene sì, tedeschi), Sebastian Gechert e Ansgar Rannenberg
Tsipras e Varoufakis avranno esaurito i soldi in cassa. E si aprirà un'odissea che ricorda, in grande, con i suoi meccanismi giuridici ottusi e inarrestabili certe bancarotte italiane innestate da Equitalia. Se il governo greco non può pagare la rata di interessi al Fmi, infatti, scatta automaticamente il blocco dei prestiti del Fondo europeo di salvataggio che, anzi, è tenuto a chiederne il rimborso. La Grecia non rimborsa e dichiara bancarotta. E' grottesco che uno Stato europeo sia spinto al fallimento per una questione di rate di interessi sui prestiti di solidarietà ottenuti dagli altri paesi europei nel corso di una crisi, ma, in questa vicenda, nessuno fa bella figura e non sono di Atene i peccati peggiori.
hanno calcolato che il collasso del Pil greco dopo il 2009 è spiegato quasi interamente dall'austerità che avrebbe dovuto, invece, rilanciare l'economia. Senza la troika, dicono i due ricercatori, la Grecia sarebbe caduta nella stagnazione, ma non nella depressione.

Quel collasso è all'origine del picco del rapporto debito/Pil che, oggi, viene rimproverato alla Grecia, come se non fosse, invece, un parto della troika. Infatti, dicono Gechert e Rannenberg, se la stretta di bilancio fosse stata rinviata fino ad una ripresa dell'economia e applicata gradualmente, invece che tutta insieme, due terzi del crollo del Pil sarebbero stati evitati. E, di conseguenza, il rapporto debito/Pil sarebbe assai più incoraggiante. I creditori, i quali oggi lamentano che quel rapporto, nel bilancio greco, è diventato insostenibile, dovrebbero sapere di essersi sparati nei piedi da soli.

Non è colpa di Tsipras, che è appena arrivato. E' anche singolare che Bruxelles e Berlino, dopo essersi fatti menare per il naso a lungo da Samaras, abbiano deciso di stringere la vite su Tsipras che, al contrario di Samaras, le riforme di cui la Grecia ha bisogno le farebbe davvero. Ma non è colpa neanche di Varoufakis, se i soldi in cassa, in questi mesi sono finiti. I greci hanno svuotato i conti in banca, portando i soldi all'estero, e hanno smesso di pagare le tasse, buttando nel cestino le bollette fiscali, in buona misura perché le autorità europee da mesi ripetono a voce altissima che la Grecia va verso il default e l'uscita dall'euro. L'accanimento con cui (il tedesco Schaeuble in testa) Atene è stata spinta pubblicamente e visibilmente nell'angolo - al di fuori di ogni cautela diplomatica - presumibilmente per compiacere la propria opinione pubblica, anche se questo alimentava la fuga di capitali, è uno straordinario esempio di autogol.

O, forse, no. E' difficile sfuggire all'impressione che, se finirà con il default, sarà perché la Grecia è stata deliberatamente e consapevolmente spinta alla bancarotta. L'establishment tedesco e olandese che ha spinto in questa direzione scommette che i contraccolpi sull'euro di un'uscita di Atene sarebbero, oggi, minori di due anni fa. Soprattutto, intende capitalizzare il monito che ne deriva per gli altri paesi deboli e indebitati, Italia in testa: l'Europa, vedete, fa sul serio. Battuti da Draghi sul quantitative easing e da Juncker sulla flessibilità di bilancio concessa a Francia e Italia, i falchi del Nord Europa ottengono, in cambio, lo scalpo di Atene. Che l'ultimo colpo di coda della troika arrivi mentre, con il Qe di Francoforte e la flessibilità di Bruxelles, sul film dell'austerità scorrono i titoli di coda, sarebbe l'ultima tragedia greca.

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