Κυριακή 20 Νοεμβρίου 2016

CINEMA/ "La sindrome di Antonio" nella Grecia dei colonnelli

Intervista a Claudio Rossi Massimi regista di La sindrome di Antonio

Biagio Iacovelli è il protagonista Antonio, che il 18 settembre 1970 parte da Roma con la 500 nera della madre alla volta di Atene.


La sindrome di Antonio è un film scritto e diretto da Claudio Rossi Massimi, tratto dall'omonimo suo romanzo pubblicato nel 2005, nelle sale dal 17 novembre. Antonio è convinto che "per capire fino in fondo un uomo e le sue idee bisogna andare nel posto in cui quell'uomo e quelle idee hanno avuto origine". La sindrome di Antonio conserva la sua natura letteraria in una forse troppo eccessiva verbosità, rendendo così alcuni dialoghi improbabili e artificiosi e alcune scene inutilmente cariche e pesanti. Conoscerà Vassilis, interpretato da Antonio Catania, proprietario della locanda in cui alloggia, poi il ristoratore Efisio un po' filosofo, impersonato daMoni Ovadia, e il pittore silente Kingston, ultima interpretazione di Giorgio Albertazzi (foto a destra), che spera nel ritorno della sua compagna sparita da anni. Sullo sfondo, il sogno della rivoluzione, la liberazione dei costumi e la Grecia dei colonnelli.
Il lavoro di Claudio Rossi Massimi però fallisce nel tentativo di comunicare queste suggestioni interessanti attraverso un impianto visivo convincente, che invece si appiattisce su di una regia priva di guizzi e apparentemente più adatta al mondo televisivo che a quello cinematografico. Non ci resta che augurare buona visione a tutti coloro che decideranno di affiancare Antonio nel suo viaggio, abbracciando la genuinità e la passione dietro il suo racconto, e sorvolando su di una narrazione ancora troppo ancorata alle pagine scritte piuttosto che al linguaggio del grande schermo.
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