Da una parte Angela Merkel che invoca una Grecia "forte economicamente, che cresca", e dall’altra il premier Tsipras, che si spende nel far ricorso a un ampio armamentario di frasi concilianti: "Dobbiamo capirci meglio", ha detto ad esempio. "Meglio parlare fra di noi che parlare su di noi", ha aggiunto. "Forse voi avete un’altra impressione, ma i rapporti fra noi sono davvero buoni". Fino all'accorata difesa della cancelleria. Tsipras è partito dagli stereotipi "da accantonare": "I greci non sono fannulloni e i tedeschi non sono responsabili delle disfunzioni e dei malanni della Grecia". E le satire di Angela Merkel in stile nazi sono "molto ingiuste nei suoi confronti e verso il popolo tedesco.
Non bisogna scherzare con la storia". Proprio impugnando la storia però, il premier ellenico ha fatto presente che la questione dei risarcimenti della guerra "non è una rivendicazione materiale, e non ha nulla a che vedere con la crisi. È una questione puramente bilaterale, che ha un significato morale ed etico". Utile "a superare per sempre il fascismo e il nazismo".
Mentre con Berlino si riapre il dialogo, Bruxelles alza la voce: "Non è più tempo di dichiarazioni ma di lavorare", ha detto il portavoce del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. La volontà politica deve tradursi in azione. La commissione aspetta la lista completa delle riforme". Un elenco ci saranno, fra l'altro, una riforma delle pensioni con l'innalzamento a 67 anni, nuove imposte e lo sblocco delle privatizzazioni.
Questi temi sono stati sul tavolo anche con Merkel, ma non se ne è parlato in pubblico. Tsipras, in conferenza stampa, ha snocciolato la sua visione del problema: il programma affrontato da Atene negli ultimi 5 anni "non è la storia di un successo" e ha "avuto effetti terribili" con "enormi ripercussioni a livello sociale". Atene "vuole rispettare i trattati", ma servono delle correzioni. Tsipras ritiene necessario "un nuovo mix politico", sottolineando comunque che "le riforme strutturali saranno necessarie". I passi che intraprenderà Atene rimangono tuttavia sullo sfondo dell'incontro tra Atene e Berlino: la Germania "non è l’istituzione" che può valutare il percorso che viene sottoposto invece alle "tre istituzioni", ha spiegato la cancelliera, attenendosi alla regola diplomatica, ormai nota, del non citare la Troika per nome. E anche su come risolvere i problemi di liquidità ateniesi, Frau Merkel si è tenuta ostentatamente a distanza. Non è lei a poter rispondere, ha sottolineato.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου