Poco più di quaranta giorni fa Syriza ha vinto le elezioni politiche in Grecia. Per la prima volta un partito della sinistra radicale vince le elezioni sulla base di un programma nettamente contro l’austerity e la Troika. Sembra passato un secolo.
In rapida successione sono accaduti altri fatti importanti: il governo di coalizione di Syriza con una formazione di destra Anel, l’elezione di un esponente di spicco di Nea Dimokratia a presidente della Repubblica greca, la nomina di personaggi legati al Pasok e ai partiti liberali alla guida delle banche, un accordo con l’Unione europea che il premier Tsipras presenta come una vittoria netta mentre la stampa borghese descrive come la fine delle velleità del nuovo governo e, infine, che la sinistra interna di Syriza legge come un brusco stop che avrà delle ripercussioni sulla relazione tra l’esecutivo e le masse popolari che lo sostengono. Il successo di Syriza, infatti, è stato una lunga marcia attraverso l’internità a tutte le mobilitazioni dei lavoratori contro i memorandum con cui la Bce ha imposto misure draconiane drammatiche per la qualità della vita della stragrande popolazione greca.
La dialettica tra il governo greco e la governance di Bruxelles, tuttavia, va letta in un contesto più ampio: quello europeo. Perché la vittoria di Syriza inceppa il meccanismo dell’austerity, svela la natura della trappola del debito e sbugiarda la rappresentazione della politica nel falso bipolarismo tra il centro destra del Ppe e il social-liberismo del Pse. Il successo di Syriza sembra alludere all’ascesa rapidissima e a un risultato analogo già a Madrid dove un’altra formazione politica, Podemos, ha condensato a livello elettorale i vasti movimenti sociali degli Indignados e delle “maree” dei lavoratori della sanità e della scuola. Ecco perché l’Eurogruppo, il coordinamento che dei ministri dell’Economia e delle finanze dell’Ue, è stato così inflessibile con le richieste di Atene di fronte a un debito greco che è solo il 2,8% di quello complessivo dell’Unione.
Il successo di Syriza e lo scontro fra Atene e Berlino ci riguardano, parlano della possibilità concreta di costruire un’alternativa di sinistra e della camicia di forza delle regole imposte dall’Unione europea – dal pareggio di bilancio al fiscal compact fino al Ttip – per comprimere al massimo salari e diritti, trasformando in merce nel tentativo di farsi competitor negli scenari commerciali della globalizzazione.
Se all’indomani della vittoria di Syriza era sembrato istintivo gridare “Facciamo come in Grecia!”, oggi la solidarietà internazionalista verso le classi popolari greche deve passare anche attraverso momenti di dibattito e di riflessione collettiva. Perché quella solidarietà parla della possibilità di radicalizzazione delle masse capace di rovesciare il modello dell’austerity anche in altri paesi. Le mobilitazioni per la Grecia possono avere immediatamente il duplice effetto di incidere nei rapporti di forza a favore di Syriza e nei singoli contesti nazionali. Non era mai accaduto da quando l’Ue ha iniziato a costruire la trappola attorno alle condizioni di vita delle classi popolari.
Ecco perché Sinistra Anticapitalista, unica organizzazione politica italiana ad avere rapporti organici con Syriza e Podemos, promuove dieci iniziative di confronto tra Roma, Pisa,Brescia, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Perugia con due dirigenti di quelle organizzazioni politiche.
SOTIRIS MARTALIS è membro del Comitato Centrale di Syriza. È militante e animatore di DEA (Sinistra Operaia Internazionalista), organizzazione che fa parte della Piattaforma di Sinistra di Syriza che all’ultimo congresso rappresentava il 35% dei delegati. Sotiris Martalis è anche dirigente di Adedy, il maggior sindacato dei dipendenti pubblici in Grecia e fa parte del comitato esecutivo di META (Schieramento di Classe e di Lotta degli Operai e degli Impiegati), un’unione di sindacalisti che sostengono le politiche di Syriza nei sindacati.
VICTOR VALDÉS è uno studente di filosofia presso Universidad Complutense di Madrid; ha 23 anni. Attivista in diversi movimenti sociali e studenteschi in particolar modo a partire dall’irruzione del 15M. Ha partecipato a diverse iniziative internazionali come Agorà99 (Un incontro di reti e movimenti sociali di tutta Europa per parlare di debito, diritti e democrazia a livello europeo che si è tenuto a Madrid dal 1 al 4 novembre 2012) e diversi Forum sulla precarietà e la disoccupazione in giro per i diversi paesi. È militante di Podemos a Madrid, organizzazione nella quale ha anche ruoli di direzione: è uno dei responsabili del gruppo di lavoro sulle reti sociali.
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