Πέμπτη 5 Δεκεμβρίου 2019

Grecia e Turchia si incontrano per porre fine alle tensioni

Αποτέλεσμα εικόνας για erdogan mitsotakis

Il premier ellenico, Kyriakos Mitsotakis, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, hanno deciso di incontrarsi per scongiurare un ulteriore inasprimento delle relazioni tra i due Paesi.

A renderlo noto è il quotidiano greco, Ekathimerini, il quale ha aggiunto che nel corso del vertice, il quale si terrà il 4 dicembre ai margini del vertice della NATO di Londra, si prevede che Mitsotakis richieda ad Erdogan di interrompere le sue “azioni provocatorie” nel Mediterraneo.
Il vertice, riporta il quotidiano ellenico, è stato richiesto dalla Turchia, il cui Ministero degli Esteri, domenica 1 dicembre, aveva messo in dubbio l’esistenza della piattaforma continentale di Kastellorizo, isola greca nel Sud dell’Egeo a circa 1.5 chilometri in linea d’aria di distanza dalla costa turca.
Tali parole, inoltre, giungevano a pochi giorni di distanza dall’intesa raggiunta lo scorso 27 novembre tra il presidente del Consiglio presidenziale del governo tripolino, Fayez Al-Sarraj, ed il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, i quali avevano firmato alcuni memorandum d’intesa relativi alla cooperazione in materia di sicurezza e al settore marittimo. Nello specifico, attraverso il memorandum concluso in ambito marittimo, sono state definite le aree di competenza di ciascuna parte nel Mar Mediterraneo. In materia militare, i due Paesi hanno concordato lo sviluppo di ulteriori sistemi di sicurezza e di formazione, grazie ai quali il governo tripolino disporrà di migliori capacità per contrastare terrorismo, migrazione irregolare e criminalità.
In risposta alle affermazioni di Ankara e alla definizione dei confini marittimi nel Mediterraneo orientale, fonti interne al governo ellenico hanno criticato, martedì 2 dicembre, il tentativo di Ankara di non riconoscere la presenza di isole quali Kastellorizo, Karpathos, Rodi e Creta, situate nelle acque del Mediterraneo orientale, oggetto dell’accordo di Tripoli e Ankara. Nello specifico, a detta di Atene, l’idea della Turchia di non riconoscere tali isole “con memorandum d’intesa bilaterali non validi non produce effetti di diritto internazionale”. In aggiunta, secondo quanto rivelato da fonti del governo ellenico, l’accordo siglato tra Libia e Turchia non può impattare sulla sovranità della Grecia su tali isole, come invece sancito dal diritto del mare.
Stando a quanto riportato dal quotidiano ellenico, Mitsotakis intende richiedere il supporto della NATO, di cui la Turchia è membro, nella risoluzione delle controversie con Ankara. Tuttavia, secondo quanto si apprende, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato, martedì 3 dicembre, che l’Alleanza non è coinvolta nelle risoluzioni di controversie bilaterali tra Grecia e Turchia.
La Grecia, inoltre, ha portato tale questione all’attenzione anche dell’Unione Europea. Nello specifico, nel corso di un incontro con il nuovo Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’UE, Josep Borrell, il ministro degli Esteri ateniese, Nikos Dendias, ha sottolineato come l’accordo tra Libia e Turchia sia un “affronto non solo agli interessi della Grecia, ma anche a quelli di altri Stati”.
Da parte sua, Erdogan ha dichiarato, riporta Al Jazeera English, che l’accordo siglato con la Libia non subirà le conseguenze delle azioni di Grecia, Israele, Egitto e Cipro.
Nel frattempo, informa il Cyprus Mail, il Ministero degli Esteri della Turchia ha dichiarato che le acque delle isole della Grecia e della porzione orientale di Cipro non costituiscono piattaforma continentale o Zona Economica Esclusiva, ma sono acque territoriali.
L’accordo di definizione dei confini marittimi di Libia e Turchia chiama in causa il tema delle esplorazioni di idrocarburi nel Mediterraneo orientale. Tale questione è causa di tensioni tra Cipro, la quale ha di recente scoperto giacimenti di gas naturale nei pressi delle proprie acque, e Turchia, la quale conduce esplorazioni nelle acque a Nord di Cipro dal mese di maggio. Cipro, da parte sua, la quale vende gas a Egitto e Israele, considera tali acque facenti parte della sua Zona Economica Esclusiva. La Turchia, invece, sostiene di trovarsi in acque internazionali o, quanto meno, della Repubblica turca di Cipro Nord, non riconosciuta a livello internazionale. In tale quadro, la Turchia è stata accusata dall’Unione Europea di pratiche scorrette e violazioni del diritto internazionale, motivo per cui Bruxelles aveva imposto sanzioni su Ankara.

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