In un Paese tradizionalmente ancorato al valore della famiglia, queste storie, riportate sempre più spesso dai giornali, sono uno choc per l'opinione pubblica.
Eppure sono destinate a ripetersi, quando, nei prossimi mesi, la crisi finanziaria è destinata a peggiorare. Secondo un documento riservato, del quale è entrato in possesso il settimanale tedesco Der Spiegel, il Fmi avrebbe infatti intenzione di proporre alcune modifiche al piano di salvataggio, in cambio del nuovo pacchetto di aiuti della Troika, in missione ad Atene dal 14 al 16 gennaio.
ANCORA LACRIME E SANGUE. Per i cittadini ellenici sono in programma nuovi sacrifici, per allontanare, almeno di un altro trimestre, lo spettro del default. E all'Ue, il Fmi avrebbe in mente di chiedere maggiori stanziamenti.
L'alternativa a nuovi fondi sarebbe una seconda riduzione del debito verso la Grecia. E difatti, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Francia Nicolas Sarkozy hanno ripreso a pressare gli investitori privati.
Finora, le misure decise dal precedente governo di George Papandreou e dal premier Lucas Papademos per arginare il tracollo non hanno convinto i controllori. A giudizio del Fmi, le tasse riscosse sarebbero state inferiori alle aspettative e anche le privatizzazioni disposte sono state troppo deboli.
RISCHIO DEFAULT A MARZO. Papademos, nell'ultimo incontro con gli industriali e con i sindacati, si è detto molto preoccupato per le sorti del Paese, a rischio default a marzo. «Se non saranno votate le nuove misure di austerity richieste dalla Troika, si andrà alle elezioni, che per la Grecia significano il fallimento e l'uscita dall'Eurozona», ha messo in guardia il primo ministro.
Le nuove misure, in cambio del pacchetto di aiuti di 130 miliardi di euro deciso al vertice Ue del 26 ottobre, significano più tasse, nuovi tagli agli stipendi e alle pensioni e licenziamenti di migliaia di lavoratori, di cui 150 mila solo tra i dipendenti pubblici.
In un Paese in cui, per volere della Troika, i salari minimi garantiti dovranno essere portati sotto i 600 euro mensili, la macelleria sociale è destinata a essere altissima.
«Già nell'ultimo anno abbiamo avuto centinaia di richieste di genitori che dicono di non avere soldi, né più riparo per i loro figli» ha raccontato padre Antonios, «vengono da noi perché si fidano».
Eppure sono destinate a ripetersi, quando, nei prossimi mesi, la crisi finanziaria è destinata a peggiorare. Secondo un documento riservato, del quale è entrato in possesso il settimanale tedesco Der Spiegel, il Fmi avrebbe infatti intenzione di proporre alcune modifiche al piano di salvataggio, in cambio del nuovo pacchetto di aiuti della Troika, in missione ad Atene dal 14 al 16 gennaio.
ANCORA LACRIME E SANGUE. Per i cittadini ellenici sono in programma nuovi sacrifici, per allontanare, almeno di un altro trimestre, lo spettro del default. E all'Ue, il Fmi avrebbe in mente di chiedere maggiori stanziamenti.
L'alternativa a nuovi fondi sarebbe una seconda riduzione del debito verso la Grecia. E difatti, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Francia Nicolas Sarkozy hanno ripreso a pressare gli investitori privati.
Finora, le misure decise dal precedente governo di George Papandreou e dal premier Lucas Papademos per arginare il tracollo non hanno convinto i controllori. A giudizio del Fmi, le tasse riscosse sarebbero state inferiori alle aspettative e anche le privatizzazioni disposte sono state troppo deboli.
RISCHIO DEFAULT A MARZO. Papademos, nell'ultimo incontro con gli industriali e con i sindacati, si è detto molto preoccupato per le sorti del Paese, a rischio default a marzo. «Se non saranno votate le nuove misure di austerity richieste dalla Troika, si andrà alle elezioni, che per la Grecia significano il fallimento e l'uscita dall'Eurozona», ha messo in guardia il primo ministro.
Le nuove misure, in cambio del pacchetto di aiuti di 130 miliardi di euro deciso al vertice Ue del 26 ottobre, significano più tasse, nuovi tagli agli stipendi e alle pensioni e licenziamenti di migliaia di lavoratori, di cui 150 mila solo tra i dipendenti pubblici.
In un Paese in cui, per volere della Troika, i salari minimi garantiti dovranno essere portati sotto i 600 euro mensili, la macelleria sociale è destinata a essere altissima.
«Già nell'ultimo anno abbiamo avuto centinaia di richieste di genitori che dicono di non avere soldi, né più riparo per i loro figli» ha raccontato padre Antonios, «vengono da noi perché si fidano».
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