
“Non c’è ancora un terreno comune per trovare un accordo, ci auguriamo di trovarlo presto”, ha affermato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha assicurato che i ministri sono “pronti a riunirsi in ogni momento, se ce ne sono le condizioni”, ma ricordando che “l’esborso degli aiuti è legato al raggiungimento di un accordo tecnico sulla conclusione dell’attuale programma di assistenza e ad una sua attuazione preliminare”.
Per il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, è stato “compiuto qualche progresso incoraggiante, c’è stato un colloquio dai toni costruttivi, ma resta ancora del lavoro da fare”, soprattutto perché “la Grecia qui non ha ancora presentato la lista di proposte alternative a quelle che erano state richieste”. Secondo il francese “servono progressi su pensioni e riforma del mercato del lavoro”.
Ma il tempo stringe perché la carenza di liquidità è un “problema terribilmente urgente” per la Grecia. Lo ha dichiarato il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, che si è detto fiducioso nella possibilità di arrivare a un accordo con le istituzioni creditrici “nelle prossime due settimane”. Per il ministro invece un eventuale referendum sull’accordo fra la Grecia e le istituzioni creditrici “al momento non è sui nostri schermi radar”. Varoufakis ha spiegato che convocare un referendum è “una decisione che spetta al premier e al presidente della Repubblica”, che potrebbero eventualmente decidere di convocarlo solo “per chiedere al popolo greco il suo sostegno nel caso di decisioni cruciali”.
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