Τετάρτη 8 Σεπτεμβρίου 2021

E TU POPOLO TORTURATO (NON SCORDARTI DI OROPOS)

 


Testo e musica di Mikis Theodorakis

La canzone fa parte del ciclo Τα τραγούδια του αγώνα, "Le Canzoni della Lotta", composto tra il Novembre 1969 e l'Aprile 1970 in parte nei luoghi di confino di Vrachàti e di Zàtouna, in parte nella Caserma di Oropòs, adibita a carcere, e in parte a Londra, dopo la campagna internazionale che riuscì a far liberare Theodorakis.

Il ciclo si avvale di testi di Alekos Panagoulis (vedi in CCG "Sto Nikìforo Mandilarà"), Manos Eleftherìou, Georgia Delgianni-Anastasiadi, Notis Pergialis e dello stesso compositore. Edizione discografica a Londra, 1971, con le voci di Theodorakis, Maria Farandouri, Maria Dimitriadi e Lakis Karalìs.


(Gian Piero Testa)

Mikis Theodorakis scrisse questa canzone in piena dittatura dei colonnelli, invitando i greci che vivevano sotto la tirannia a "non scordarsi di Oropos". Oropos è un'antica città dell'Attica orientale, di fronte all'isola di Eubea, dove subito dopo il colpo di stato del 21 aprile 1967 la giunta militare aveva impiantato uno dei numerosi lager per rinchiudervi gli oppositori politici. Di sicuro non poteva scordarsene Mikis Theodorakis, perché vi fu rinchiuso lui stesso.



Una volta caduta la dittatura nel luglio del 1974, Mikis Theodorakis fu tra i protagonisti dell'enorme concerto di festeggiamento che si tenne ad Atene. Tutti i più grandi artisti greci che si erano opposti alla dittatura, finendo spesso rinchiusi nei campi di concentramento o in esilio, vi presero parte (il concerto fu ripreso dal regista Nikos Koundouros che ne fece un memorabile film documentario). Theodorakis, che aveva diretto l'orchestra, volle interpretare lui stesso questa sua canzone; lo fece sostituendo, nel secondo verso del ritornello, la parola "fascismo" a "Oropos" [RV]

E TU POPOLO TORTURATO (NON SCORDARTI DI OROPOS)

E tu, popolo torturato, non scordarti di Oropòs.
E tu, popolo torturato, non scordarti del fascismo.

Il padre in esilio, e la casa è orfana,
viviamo nella tirannia, nelle tenebre fitte.

E tu, popolo torturato, non scordarti di Oropòs.
E tu, popolo torturato, non scordarti del fascismo.

Piange ora la madre sola, piangono gli alberi e gli uccelli,
nella nostra patria è notte, l'abbraccio è orfano.

E tu, popolo torturato, non scordarti di Oropòs.
E tu, popolo torturato, non scordarti del fascismo.

Rinchiusi tra i fili spinati, ma il nostro cuore è sempre in piedi,
sempre vale lo stesso giuramento: libertà e progresso.

E tu, popolo torturato, non scordarti di Oropòs.
E tu, popolo torturato, non scordarti del fascismo.

La versione cantata da Theodorakis al concerto ateniese del 1974:
Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς τον Ωρωπό.
Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς το φασισμό.

Ο πατέρας εξορία, και το σπίτι ορφανό,
ζούμε μες την τυραννία στο σκοτάδι το πηχτό.

Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς τον Ωρωπό.
Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς το φασισμό.

Κλαίει κι μάνα τώρα μόνη, κλαίν’ τα δέντρα τα πουλιά
στη Πατρίδα μας νυχτώνει, ορφανή η αγκαλιά.

Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς τον Ωρωπό.
Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς το φασισμό.

Μες τα σύρματα κλεισμένοι, μα η καρδιά μας πάντα ορθή
πάντα ο ίδιος όρκος μένει, λευτεριά και προκοπή.

Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς τον Ωρωπό.
Κι εσύ λαέ βασανισμένε, μη ξεχνάς το φασισμό.

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