"La battaglia è tra due visioni: quella centralista e quella federale.
Non vogliamo dare poteri ad uno Stato che non è neanche in grado di garantire
gli insegnanti per i nostri figli alla riapertura delle scuole"
Luca Zaia, governatore del Veneto,
quella di Renzi è una riforma centralista?
Assolutamente sì. Renzi ha disegnato un sistema centralista
per questo Paese. La sfida è tra due correnti di pensiero. Chi come Renzi pensa
che il modello statuale vincente sia il centralismo e quindi immagina un Paese
simile alla Grecia, dove Atene controlla anche l’ultima isola del mar Egeo. E
chi come noi pensa invece che il futuro sia autonomista, federalista,
all’insegna della valorizzazione delle identità e delle eccellenze territoriali,
simile alla Germania che con i suoi lander ottiene gli ottimi risultati che
conosciamo.
Le eccellenze
delle regioni virtuose sono a rischio?
Viene introdotta la clausola di supremazia dello Stato
centrale. Chi vota sì vota contro l’autonomia, è bene esserne coscienti.
Inoltre Renzi dice che le regioni sono un problema, ma si preoccupa di svuotare
le competenze solo delle regioni a statuto ordinario, mentre blinda quelle a
statuto speciale a cui non vengono nemmeno applicati i costi standard. E non se
ne capisce il motivo.
Un esempio?
Significa che la Sicilia continuerà ad avere 22mila forestali
e il Veneto 400. Questa è incoerenza pura, è un’equa divisione del malessere.
Un assunto secondo il quale bisogna azzoppare i virtuosi affinchè corrano poco
e male come i non virtuosi. Non ha senso togliere alle regioni virtuose la
competenza per esempio della sanità per farla gestire allo Stato. Lo stesso
Stato che non è neanche in grado di garantire gli insegnanti per i nostri figli
alla riapertura delle scuole. Dove governa Roma, in Veneto, i risultati sono
pessimi. Dove governa il Veneto, in Veneto, i risultati sono ottimi.
Molti
cittadini però sembrano ignorare i pericoli di una riforma che schiaccia le
autonomie per lasciare campo alle inefficienze dello Stato centrale.
La
fortuna di Renzi è che chi vota sì molto spesso non conosce la riforma. Vota a
sensazione. Sono state vendute suggestioni come quella dell’abolizione del
senato. Alcuni cittadini disinformati credono che il senato sparirà. Mentre
resta, come resta il bicameralismo paritario, dato che un terzo de senatori
potrà modificare le leggi della camera. Dobbiamo
votare No per scongiurare tutto questo.
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