Σάββατο 16 Απριλίου 2016

Papa a Lesbo lancia appello: "Ue sia solidale con profughi". E porta in Vaticano 12 migranti

Bergoglio accompagnato nella visita dai patriarchi ortodossi Bartolomeo e Ieronimos: "Catastrofe umanitaria più grave dalla Seconda guerra mondiale". Prima della partenza, incontro di cinque minuti con Bernie Sanders
"Cari amici, oggi ho voluto stare con voi.
Voglio dirvi che non siete soli". Papa Francesco con queste parole si è rivolto ai profughi ospiti al Moria Refugee Camp a Lesbo, isola greca diventata emblema dell'emergenza profughi, distante solo otto chilometri dalla Turchia, meta del suo 13mo viaggio fuori dall'Italia dall'inizio del Pontificato.Papa a Lesbo lancia appello: "Ue sia solidale con profughi". E porta in Vaticano 12 migranti

"Avete fatto grandi sacrifici per le vostre famiglie. Conoscete il dolore e sono venuto qui con i miei fratelli, il patriarca Bartolomeo e l'arcivescovo Hieronimos, semplicemente per stare con voi e per ascoltare le vostre storie. Il messaggio che oggi desidero lasciarvi è non perdete la speranza!".

Riflettori accesi. Poi ha lanciato un appello al mondo: "Siamo venuti per richiamare l'attenzione del mondo su questa grave crisi umanitaria e per implorarne la risoluzione. Come uomini di fede desideriamo unire le nostre voci per parlare apertamente a nome vostro. Speriamo che il mondo - ha sottolineato il Papa - si faccia attento a queste situazioni di bisogno tragico e veramente disperato, e risponda in modo degno della nostra comune umanità", ha detto Francesco che più volte ha sottolineato la tristezza di questa sua visita.

Il Papa porta 12 migranti da Lesbo a Roma, Ansaldo: "Mossa politica straordinaria"

Dodici rifugiati in Italia. Partito dall'aeroporto di Fiumicino intorno alle 07.17, Francesco è arrivato a quello di Mitilene alle 10.05 (ora locale quando invece in Italia erano le 09.05). Al suo rientro in Italia, alle 16.30, il Pontefice scende dall'aereo atterrato a Cimapino con 12 profughi siriani. Il Papa "ha voluto fare un gesto di accoglienza nei confronti dei rifugiati accompagnando a Roma con il suo stesso aereo tre famiglie di rifugiati dalla Siria, 12 persone in tutto, di cui 6 minori. Si tratta di persone che erano già presenti nei campi di accoglienza di Lesbo prima dell'accordo fra Unione Europea e Turchia. Tutti i membri delle tre famiglie sono musulmani", ha spiegato padre Federico Lombardi. È probabile che questi migranti saranno ospitati dalla Comunità di San'Egidio.

Applausi, bandiere, strette di mano: il Papa incontra i profughi di Moria

Lesbo, le lacrime della bimba nel campo profughi: il Papa la consola


Tra i profughi. Cuore della giornata è stata la visita al Moria Refugee Camp, il campo che ospita circa 2.500 richiedenti asilo, provenienti soprattutto dalla Siria, ma anche da altri Paesi del Medio Oriente, come Afghanistan e Iraq. Ad attenderlo, all'esterno del tendone, 150 profughi tra gli 8 e i 16 anni non accompagnati. Con ognuno di loro Francesco ha scambiato una stretta di mano e qualche parola. Con un gruppo di donne con il velo islamico Francesco si è inchinato senza dare la mano, in segno di rispetto.

Papa a Lesbo: il pianto disperato della migrante

Il Papa, con il patriarca di Costantinopoli e l'arcivescovo di Atene, ha attraversato poi il cortile del campo dedicato alla registrazione dei profughi e raggiunto la grande tenda dove hanno salutato individualmente circa 250 richiedenti asilo.

Lesbo, bimbo regala un disegno al Papa: "Lo conserverò sulla scrivania"

Disegni sulla scrivania. Un dono prezioso, che Papa Francesco non vuole perdere né sgualcire: i disegni dai bambini. "Mi raccomando, bisogna conservarlo, che non si perda, lo voglio sulla mia scrivania", ha detto ai suoi collaboratori consegnando loro i disegni. "È quello che hanno visto?", ha chiesto Bergoglio al sacerdote e agli operatori che gli fanno da interpreti. Poi, sempre al suo staff, a proposito dei disegni: "Questi vorrei farli vedere sull'aereo, durante la conferenza stampa".

Il Papa sull'areo per Lesbo: "Questo è un viaggio triste"

Viaggio triste. In volo verso Lesbo, parlando con i 45 giornalisti che lo hanno accompagnato, il Papa ha espresso tutta la tristezza che caratterizza questa visita: "Quello di oggi è un viaggio un po' diverso dagli altri" segnato com'è dalla tragedia dei profughi che fuggono dalle guerre: "la catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale", ha detto. "È un viaggio segnato dalla tristezza. Andremo anche a un cimitero: il mare. Tanta gente è annegata".

Prima volta insieme. Accolto dal primo ministro greco, Alexis Tsipras, che ha ringraziato Begoglio "per il suo messaggio contro la guerra. E per invocare l'accoglienza in un momento in cui altri leader cristiani alzano le barriere in Europa", papa Francesco ha ricevuto all'aeroporto il saluto da parte di Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli, di Hieronymus, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, e Fragkiskos Papamanolis, Presidente della Conferenza Episcopale greca. È la prima volta che le quattro cariche ecclesiastiche si incontrano ufficialmente insieme.

Appello al mondo: "Non ignori crisi umanitaria". "Prima di tutto sono venuto per ringraziare il popolo greco per la sua generosità", ha detto il Pontefice, che con il patriarca ecumenico e l'arcivescovo ortodosso greco ha firmato una dichiarazione congiunta con la quale si chiede all'opinione mondiale di "non ignorare la colossale crisi umanitaria, che ha avuto origine a causa della diffusione della violenza e del conflitto armato, della persecuzione e del dislocamento di minoranze religiose ed etniche, e dallo sradicamento di famiglie dalle proprie case, in violazione della dignità umana, dei diritti e delle libertà fondamentali dell'uomo".

No a recinti e barriere. Incontrando un gruppo di persone al porto di Mitilene, Bergoglio ha rinnovato "un accorato appello alla responsabilità e alla solidarietà di fronte a una situazione tanto drammatica" e ha ribadito l'inutilità di innalzare barriere. Un piccolo gruppo di antieuropeisti si è introdotto nell'area del porto di Mitilene durante il discorso del Papa ai migranti e ha cercato di distribuire dei volantini, ma è stato subito portato via dalla gendarmeria vaticana. "Veniamo da ogni parte d'Europa e siamo qui per dirlo a tutti: non è questa l'Europa che vogliamo", ha gridato una manifestante. Anche tre volontarie che volevano consegnare delle lettere a Francesco sono state fermate dalla polizia.

Corone in mare. A Lesbo come a Lampedusa. Papa Francesco, nel porto di Mitilene, ha lanciato in mare simbolicamente una corona di alloro per ricordare le vittime delle migrazioni. Un gesto particolarmente toccante ripetuto anche dal patriarca di Costantinopoli e dall'arcivescovo di Atene.

Crisi migranti problema europeo. Francesco ha incontrato privatamente Tsipras all'arrivo e prima di ripartire. Al centro del colloquio l'emergenza profughi e più in particolare la situazione sull'isola. I due hanno concordato che la crisi dei rifugiati è un problema europeo e internazionale "che richiede una risposta che rispetti le leggi europee ed internazionali", ha riferito il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi. Più tardi, al porto di Mitilene, Francesco ha insistito: "L'Europa è la patria dei diritti umani e chiunque metta piede in terra europea dovrebbe poterlo sperimentare, così si renderà più consapevole di doverli a sua volta rispettare e difendere. Purtroppo alcuni, tra cui molti bambini, non sono riusciti nemmeno ad arrivare: hanno perso la vita in mare, vittime di viaggi disumani e sottoposti alle angherie di vili aguzzini".

Solidarietà a profughi e a cittadini greci. Bergoglio ha voluto questo viaggio"per esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini dell'isola e a tutto il popolo greco" in un momento in cui l'Europa è profondamente divisasul tema e in cui gli interessi nazionali sembrano prevalere sui valori che caratterizzano la civiltà occidentale. Il Papa ha voluto ribadire il suo scopo nel messaggio inviato come accade a ogni suo viaggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Portare conforto a tanti profughi". E poi, in un tweet dall'aereo appena decollato: "I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati".

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