Nel discorso
tenuto in occasione della consegna del Premio Nobel nel dicembre del 1963, il
poeta greco Ghiorgos Seferis pronunciò le seguenti parole: “Se leggo in Omero
queste semplici parole: «φάος ηελίοιο» (oggi si dice φως του ήλιου, la luce del
sole), sento una familiarità più vicina a un’anima collettiva che a uno sforzo
di conoscenza. E' una nota, per così dire, i cui armonici vanno ben lontano, un
tocco ben diverso da quello che può dare una traduzione. Perché infine parliamo
la stessa lingua – e il senso della lingua riguarda le emozioni quanto la
conoscenza. Una lingua alterata, se vogliamo, da un'evoluzione plurimillenaria,
ma malgrado tutto fedele a se stessa”*.